Si è svolta oggi, al Cairo, l'udienza sul rinnovo della custodia cautelare per Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'Università di Bologna che si trova in carcere dallo scorso febbraio. Il 29enne è accusato di propaganda sovversiva ed era presente nell'aula adibita a tribunale all'interno di un'accademia di polizia situata nei pressi del carcere di Tora.
L'udienza si è svolta regolarmente ma l'esito sarà noto solo nella giornata di domani. Davanti al complesso di un'accademia di polizia all'interno della quale si è svolta l'udienza hanno sostato una decina di attivisti egiziani venuti per seguire da vicino il caso. La sessione all'interno della quale era inserita l'udienza di Patrick Zaki è stata convocata per le 12 ma l'avvocatessa è uscita dal complesso poco prima delle 17 (le 16 ora italiana).
Hoda Nasrallah, la legale che sta assistendo Patrick Zaki, si è però detta pessimista: «Spero che venga rilasciato domani ma non lo prevedo perché è stato sollevato il problema dei libri e il giudice ha risposto 'mi presenti una domanda'. Questo significa che Patrick rimarrà in prigione, ma continua a non spiegarsi perché si trova in carcere. Stava facendo uno stage in Italia quando, appena atterrato al Cairo, è stato subito arrestato. Non comprende le accuse mosse contro di lui perché si trova in carcere e quali sono le prove a suo carico, per questo ha chiesto al giudice di accertarsi se i documenti all'origine delle accuse sono realmente attribuibili a lui e, in caso contrario, di scagionarlo».
All'udienza odierna sul caso di Patrick Zaki erano presenti diplomatici di quattro Paesi: Italia, Germania, Olanda e Canada, secondo quanto si è appreso davanti al tribunale nella capitale egiziana. I Paesi europei, essendo presenti nell'ambito del Programma di monitoraggio processuale, rappresentavano tutta l'Unione. Si trattava del primo monitoraggio di questo tipo dall'inizio dell'emergenza Covid. Il rappresentante diplomatico italiano è riuscito anche ad interloquire brevemente con Patrick Zaki. Lo studente egiziano dell'università di Bologna ha ringraziato l'Italia mettendosi la mano sul cuore e ha sollevato il pollice ad indicare che sta bene.
«Un'altra notte di attesa di angoscia per Patrick, per suoi familiari, per i suoi amici, per i tanti che in Italia da dieci mesi si battono per la sua scarcerazione». È il commento di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International in Italia, all'ennesimo rinvio riguardo a Patrick Zaki. «Come già successo in precedenza - dice - si saprà domani cosa avrà deciso il giudice della terza sezione del tribunale antiterrorismo del tribunale del Cairo. Vedremo domani l'esito di questa udienza: non c'è molto da immaginare o da prevedere, speriamo che domani questa detenzione, che ha superato ormai i 300 giorni, termini e che Patrick possa essere rilasciato».