Brucia il gas della Russia. Dal 17 giugno le fiamme si alzano dalla stazione di compressione di Portovaya della società Gazprom, al confine con la Finlandia. Le foto arrivano dalla costa di Virolahti, che si trova proprio accanto al confine orientale russo, e sono state diffuse dal giornale locale Yle. Ma la conferma arriva anche dalle immagini satellitari del sistema di monitoraggio degli incendi della Nasa.
Atto sconsiderato o pianificato? Da maggio Putin ha chiuso i rubinetti del gas a Helsinki. Come i paesi baltici, Polonia e Bulgaria, la Finlandia ha rifiutato di pagare il gas in rubli. Le fiamme che sono state immortalate nelle stazioni di gas russo potrebbero indicare le difficoltà a immagazzinare il gas estratto. Secondo il ministro dell'Energia dell'Ucraina Herman Galushchenko, tali processi mostrano che le sanzioni occidentali continuano a vincolare i russi. «Invece di guadagnare miliardi di euro dalle forniture, i russi sono costretti a bruciare semplicemente nell'aria il gas estratto.
Ci potrebbe anche essere un altro motivo dietro gli incendi. È probabile che le fiamme siano state causate dalla combustione di gas naturale nella stazione di compressione. Si tratta del flaring: la distruzione controllata e deliberata del gas in fiamme mediante combustione. Ma ci sono dei dubbi in questo caso. In base alle immagini satellitari della Nasa, non è stato rilevato alcun incendio nell'area della stazione di compressione di Gazprom vicino al confine con la Finlandia, sulla costa del Golfo di Finlandia, prima di questo periodo.
🇷🇺 "Gazprom" has been flaring gas instead of supplying it to the EU countries near the Portovaya compressor station and a single named LNG thermal power plant since June, according to the Finnish media Yle pic.twitter.com/3LTukJcP0M
— Iuliia Mendel (@IuliiaMendel) August 4, 2022
«Se, ad esempio, si verifica un malfunzionamento in un terminale Gnl o in un impianto di biogas, potrebbe essere necessario ricorrere al flaring, ad esempio, per mantenere costante la pressione nel serbatoio del gas», spiega a Yle Olga Väisänen, direttrice delle comunicazioni e della responsabilità della società energetica Gasum. In breve, si ricorre al flaring in caso di problemi. Ma non sembra questo il caso.