Obiettivo: colpire «i gruppi di Jabhat Al Nusra e le formazioni armate illegali che non sostengono la tregua, nonchè carovane con armi e munizioni e unità armate che attraversano illegalmente il confine turco-siriano»: Shoigu specifica che «il varo di queste misure ci permetterà di passare al processo di soluzione pacifica del conflitto in tutto il territorio siriano» e sottolinea che «naturalmente» i raid congiunti sarebbero «concordate con le autorità della repubblica araba siriana». E specifica che «ieri abbiamo iniziato a concordarle con i nostri colleghi a Oman e a Ginevra». L'annuncio però prende in contropiede gli Usa. «Non abbiamo ricevuto la proposta e ho letto le stesse notizie che avete voi», dice il portavoce del Pentagono, il capitano Jeff Davis, aggiungendo che «al momento non collaboriamo nè ci coordiniamo con i russi in alcuna operazione in Siria».
Tuttavia a Bruxelles, nella ministeriale esteri che ha preparato il vertice di Varsavia, nonostante la «particolare sensibilità» di baltici e polacchi, è prevalsa la volontà di tenere aperto il dialogo con la Russia, inquieta per il rafforzamento dell'Alleanza a est, che comprenderà anche il dispiegamento di almeno quattro battaglioni di truppe di terra con l'etichetta di "presenza avanzata" a titolo di deterrenza.
Ma chiudere la porta al dialogo con Mosca, ha osservato Paolo Gentiloni, «non sarebbe la strada più intelligente» perchè se è vero che si deve essere «fermi» sulla questione ucraina, è anche «evidente» che «abbiamo bisogno di dialogo e anche collaborazione con la Russia in molti altri dossier» come Siria e Libia. E, ha aggiunto il ministro degli esteri, «sarebbe bizzarro che, in un contesto in cui in molti terreni dialoghiamo ed addirittura cooperiamo, la Nato invece non avesse un terreno di scambio con la Russia».