In quattro anni il fenomeno è aumentato del 453,1%, infatti nel 2011, primo anno in cui i dati sono resi disponibili, i casi sono stati 122. È in Francia che si concentra la quota maggiore di persone finite dietro le sbarre nel 2015; il paese da solo arriva a superare la metà degli arresti effettuati sul territorio Ue, con 377 sospettati.
Seguono a grande distanza la Spagna, con 75 arresti, e il Belgio (60), l'Austria (48) e l'Italia dove lo scorso anno sono stati effettuati 40 arresti. In un dossier del Parlamento italiano vengono citati gli studi «più attendibili» sul fenomeno dei «foreign fighters»: i combattenti stranieri in Siria e Iraq sono tra 27.000 e 30.000 e, di questi, oltre 5.000 proverrebbero dall'Ue. Europol dell'Unità Ue addetta alle segnalazioni su Internet relative a discorsi di incitamento all'odio e alla propaganda terroristica on line ha finora esaminato oltre 4.700 casi di materiali reperiti su 45 piattaforme e inoltrato a imprese su Internet oltre 3.200 richieste di rimozione di contenuti, con un tasso di ritiro effettivo del 91%