Santanchè e l'inchiesta di Report sulle aziende della ministra, la Lega e Forza Italia: «Riferisca in aula»

Bilanci in rosso, lavoratori senza Tfr e mancato saldo delle forniture alle ditte, sono alcune delle accuse pesanti mosse dalla trasmissione di Sigfrido Ranucci

Santanchè e l'inchiesta di Report sulle aziende della ministra, la Lega e Forza Italia: «Riferisca in aula»
Santanchè e l'inchiesta di Report sulle aziende della ministra, la Lega e Forza Italia: «Riferisca in aula»
di Francesco Bechis
Venerdì 23 Giugno 2023, 18:59 - Ultimo agg. 24 Giugno, 12:31
3 Minuti di Lettura

Dalla Rai al Parlamento. La Lega vuole trascinare in aula il caso Santanché, l'inchiesta di Report sulle aziende che fanno capo alla ministra del Turismo di Fratelli d'Italia. Bilanci in rosso, lavoratori senza Tfr e mancato saldo delle forniture alle ditte, sono alcune delle accuse pesanti (e in parte all'attenzione della magistratura) mosse dalla trasmissione di Sigfrido Ranucci alla ministra che nega fermamente e promette querele.

La mossa del Carroccio

Non basta, fa sapere oggi il Carroccio, serve un passaggio parlamentare. Questione di garantismo, assicura il capogruppo a Montecitorio Riccardo Molinari, «Venga in aula a spiegare, aspettiamo che il ministro chiarisca le sue ragioni». «I processi non si fanno in televisione con le inchieste giornalistiche. Se ci sarà qualcosa, saranno altri organismi a dover intervenire, non certo Report». Non è un'uscita isolata. Tant'è che a stretto giro arriva l'imprimatur del partito. Questa volta a parlare è il collega leghista e capogruppo al Senato Massimiliano Romeo: «Le parole di Molinari sulla Santanché? E' la linea della Lega» chiarisce nel pomeriggio. Niente processi, anzi, precisa poi. «No, questo no, noi abbiamo sempre avuto una
posizione garantista. Venendo a spiegare in aula la questione
però potrebbe chiarire ulteriormente..».

Le reazioni

Il doppio appello nel pomeriggio desta stupore tra le fila di FdI.

Che finora ha fatto scudo alla sua ministra seguendo la linea dettata direttamente dalla premier Giorgia Meloni: senza un rinvio a giudizio, delle dimissioni chieste a gran voce in queste ore dalle opposizioni non se ne parla neanche.

Del resto Santanché nega le accuse, «risultano prive di corrispondenza con la verità storica» e anzi è già passata al contrattacco promettendo di portare lei in tribunale chiunque rilanci le notizie sulle indagini. Per questo la richiesta leghista di un chiarimento in aula è suonato ai più, dentro FdI, come fuoco amico. Peraltro non confinato alle fila del Carroccio.

Da Forza Italia Giorgio Mulè rincara: «E' giusto che lei spieghi i contorni della vicenda affinché non ci siano dubbi, che chiarisca in Parlamento o tv per eliminare ogni velo di incertezza».

Le tensioni sul commissario

Appelli per ora caduti nel vuoto: non è previsto un botta e risposta in aula della Santanché sull'inchiesta di Report. Il fatto che a chiederlo sia stato il partito di Matteo Salvini però alimenta dubbi e tensioni in ore già agitate all'interno della maggioranza, dalla maretta dentro Forza Italia alle divisioni sulla ratifica del Mes.

Il sospetto, a sentire FdI, è che il messaggio dei leghisti per Santanché sia una "ripicca" per le resistenze di Meloni sul nome del commissario straordinario per la ricostruzione dell'Emilia-Romagna. Salvini vorrebbe un tecnico d'area, la premier pensa a un profilo più politico. Lo stallo prosegue e ieri ha fatto saltare un Consiglio dei ministri atteso a lungo da Salvini: avrebbe infatti inaugurato la riforma del codice stradale cui lavora da tempo il vicepremier leghista. Tutto rinviato. Ma intanto restano le scorie.

© RIPRODUZIONE RISERVATA