Giustizia, Mattarella autorizza invio ddl Nordio alle Camere. Centrodestra boccia direttiva Ue su Anticorruzione

Question time con il ministro in Aula

Giustizia, Mattarella autorizza invio ddl Nordio alle Camere. Centrodestra boccia direttiva Ue su Anticorruzione
Mercoledì 19 Luglio 2023, 17:03 - Ultimo agg. 20 Luglio, 12:01
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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha autorizzato la presentazione alle Camere del disegno di legge recante modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all'ordinamento giudiziario e al codice dell'ordinamento militare.

Concorso esterno in associazione mafiosa, cosa è (e perché fa discutere le forze politiche)

Il question time con Nordio in Aula

«Comprenderete il mio sconcerto e il mio sdegno quando qualcuno mi ha definito favoreggiatore della delinquenza mafiosa.

Nel programma di riforme annunciato da questo governo non vi è traccia, ne avrebbe potuto esserci, di modifiche della disciplina del concorso esterno in associazione mafiosa. Non fa parte del programma governativo: non c'è, non esiste e non sarà fatto». Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rispondendo al question time alla Camera.

Il ministro ha poi aggiunto che «il problema è sorto a causa dell'incertezza applicativa del concorso esterno, tanto che la Cassazione a suo tempo ha cambiato indirizzo. Le voci per introdurre una norma tipica sono quasi universali nel mondo universitario e forense». «La mia interpretazione è anche più severa di quella dei miei critici: perché anche chi non è organico alla mafia, se comunque ne agevola il compito, è mafioso a tutti gli effetti - ha aggiunto Nordio -. Tanto è che quando ho diretto l'inchiesta sulle Brigate Rosse venete, negli anni '80, abbiamo sempre contestato il reato associativo anche a chi si prestava a semplici contatti, dal soccorso medico al volantinaggio e li abbiamo tutti fatti condannare come appartenenti alla banda armata».

Per Nordio «è vero che per il concorso esterno, esiste una giurisprudenza abbastanza consolidata, ma come ben sapete nel nostro ordinamento non esiste il principio dello "stare decisis", e la stessa Cassazione, ha, come ho detto, talvolta cambiato indirizzo. L'ultima prova di quanto sto dicendo è recentissima: la Corte ha ridefinito il concetto di criminalità organizzata in senso assai restrittivo, con il rischio di compromettere molti processi in corso per reati gravissimi. Ed è per questo che nell'ultimo Consiglio dei ministri, di concerto con la Presidenza abbiamo annunciato un decreto legge proprio per definire, con i doverosi criteri di tassatività e specificità, i reati di criminalità organizzata».

Proseguendo il ministro ha affermato che «le mie considerazioni sulla necessità di una normativa ad hoc sul concorso esterno, miravano di conseguenza ad eliminare incertezze future, costruendo uno strumento anche più efficace di quello attuale nella repressione delle associazioni criminose e di chi, in un modo nell'altro, vi fa parte».

La direttiva Ue

Il Centrodestra ha bocciato in Commissione per le Politiche Ue della Camera la Direttiva del Parlamento e del Consiglio Ue sulla lotta alla corruzione perché essa «risulterebbe palesemente in contrasto con il principio di sussidiarietà e con quella di proporzionalità», secondo quanto afferma il parere motivato redatto dal relatore Antonio Giordano (Fdi). Proteste di Pd e M5s che hanno votato contro il parere proposto dal relatore dichiarandosi invece a favore della direttiva.

Il lungo parere motivato (5 pagine) redatto dal relatore Antonio Giordano (Fdi), elenca in 12 punti gli aspetti ritenuti critici della Direttiva, per poi arrivare alla parte dispositiva del documento. Qui si afferma che sono «valutate positivamente» le norme di due articoli, il 3 e il 4, che prevedono misure preventive anticorruzione e l'istituzione di «organismi specializzati nella prevenzione e della repressione della corruzione», quale è appunto l'Anac. Inizia poi la parte critica della Direttiva: il parere approvato afferma di ritenere «alla luce delle argomentazioni sopra riportate che la proposta in esame esorbita dalla base giuridica richiamata a suo fondamento nella misura in cui essa disciplina reati ulteriori rispetto a quello di corruzione in senso stretto, privi peraltro del requisito della transnazionalità, relativamente ai quali l' UE non ha la competenza ad adottare norme di armonizzazione»; inoltre si osserva «in ogni caso che, anche laddove si volesse ritenere che la disciplina di fattispecie criminose ulteriori rispetto alla corruzione in senso stretto sia riconducibile all'articolo 83 del TFUE (cioè il Trattato sul funzionamento dell' Ue ndr) la proposta risulterebbe palesemente in contrasto con il principio di sussidiarietà e con quella di proporzionalità. Ciò in quanto essa detta, senza che sia dimostrata la necessità ed il valore aggiunto dell'intervento a livello unionale, una disciplina pervasiva che incide profondamente su normative, quali quelle contenute nei codici penali e di procedura penale, che tengono conto delle specificità dei sistemi, dei dati statistici e delle culture giuridiche, economiche e sociali, nonché dell'ordinamento costituzionale e delle Pubbliche amministrazioni di ciascuno Stato membro».

«Peraltro, le norme di armonizzazione non si limitano alla definizione dei reati e delle relative sanzioni - conclude il parere - ma investono in modo ultroneo anche la disciplina dei termini di prescrizione nonché le circostanze aggravanti ed attenuanti; sottolineata in ogni caso l'opportunità di operare, nel corso del prosieguo dell'esame della proposta a livello di Unione europea, un'analisi più approfondita dei numerosi profili di criticità richiamati in precedenza, avendo acquisito le necessarie valutazioni d'impatto predisposte dalla Commissione europea».

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