Il plebiscito e l'accelerazione. Inizia nel segno di questi due elementi la scalata alla leadership del M5S da parte di Giuseppe Conte. Il voto sul nuovo Statuto, di fatto, lo incorona già leader. La maggioranza degli aventi diritto al voto tra gli iscritti del Movimento è ampiamente superata. A votare, nelle due giornate di consultazioni su SkyVote, sono 60.940 iscritti su 113.894. A dire sì allo Statuto targato «avvocato del popolo è l'87,35 dei votanti. Niente secondo turno, quindi. Anzi. L'ex premier decide di accelerare. Il 5 e 6 agosto - date previste per la seconda consultazione sullo Statuto - si voterà per la leadership contiana. E la vittoria è assicurata.
Riforma della Giustizia, ok della Camera con 396 sì e 57 no. A settembre il testo al Senato
«Oggi è un grande giorno, una grande festa di partecipazione democratica.
Nodi finiti per Conte? No. L'ex premier, una volta incoronato leader dovrà presentare il suo organigramma, piuttosto complesso, tra vicepresidenti, consiglieri nazionali e numeri uno dei diversi comitati istituiti dal nuovo Statuto. La corsa è già iniziata. Paola Taverna e Stefano Buffagni - tra i primi ad applaudire il voto allo Statuto - sono in corsa tanto quanto Lucia Azzolina, Chiara Appendino e diversi altri big. Luigi Di Maio e Roberto Fico, che scelgono di non intervenire per ora, potrebbero invece rivestire il ruolo di saggi nel Comitato di Garanzia proposto da Beppe Grillo.
E da neo-leader Conte avrà subito una grana: usare il bastone o la carota con i due voti contrari - di Frusone e Vianello - al ddl sul processo penale approvato oggi alla Camera, oltre che ne confronti dei 16 assenti non giustificati in occasione del voto sul provvedimento. Ma, per ora, l'ex premier festeggia. Basti pensare che il cambio di Statuto lo scorso febbraio fu votato da una media di poco più di diecimila iscritti. Bazzecole rispetto alle migliaia di sì giunti allo Statuto contiano, definito da Crimi »una pietra miliare« per il M5S.