Migranti, sospeso l’accordo Roma-Tirana: la Corte albanese deciderà entro 3 mesi

La Corte è stata chiamata in causa da due ricorsi presentati separatamente

Migranti, l'Alta Corte dell'Albania sospende la ratifica dell'accordo tra Meloni e Rama
Migranti, l'Alta Corte dell'Albania sospende la ratifica dell'accordo tra Meloni e Rama
Mercoledì 13 Dicembre 2023, 18:34 - Ultimo agg. 14 Dicembre, 10:31
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Almeno trenta giorni o al massimo tre mesi. È il tempo aggiuntivo che la Corte Costituzionale albanese ha chiesto per esprimersi sul contenuto dell’accordo tra Roma e Tirana sui migranti, rinviando la ratifica parlamentare dell’intesa che era stata calendarizzata dalla maggioranza del premier Edi Rama proprio per questa mattina. Chiamati in causa da due ricorsi presentati separatamente dal Partito democratico albanese e da altri 28 deputati schierati a fianco dell’ex premier di centrodestra Sali Berisha, i giudici hanno preso tempo fino al prossimo 18 gennaio (data dell’udienza, ma potrebbero volerci fino a 3 mesi) per valutare la sussistenza o meno della violazione della Costituzione albanese o delle convenzioni internazionali a cui Tirana aderisce lamentate dai partiti d’opposizione.

LA DECISIONE

Sulla decisione palazzo Chigi com’è ovvio non si esprime apertamente («Non possiamo commentare le decisioni di un legittimo organo costituzionale di un paese terzo» viene spiegato), tuttavia tra i fedelissimi della premier Giorgia Meloni la tendenza è quella a minimizzare l’accaduto. 
«Non è uno stop al nostro accordo» scandisce chi ha seguito da vicino il dossier assieme alla presidente del Consiglio. «È assolutamente logico che la Corte Costituzionale albanese si debba esprimere prima che lo faccia il Parlamento - aggiunge un’altra fonte ai vertici del governo - Non è nulla che non ci aspettassimo già». Tant’è che viene anche smentita la possibilità che si allunghino in maniera significativa i tempi della messa a terra dell’intesa.

E cioè che si complichi il piano della premier di arrivare al giro di boa, con l’apertura dei centri di Shengjin e Gjader, in tempo utile per “spendere” l’intesa in vista del voto europeo di giugno prossimo. 

Anzi. L’accento viene ovviamente posto sulla lettera inviata proprio ieri dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ai Ventisette. Un messaggio che, nel sintetizzare lo stato dei lavori sulla migrazione, come avviene di prassi prima del Consiglio Ue (al via oggi a Bruxelles), l’intesa tra Italia e Albania viene definita «un modello» a cui l’intera Unione dovrebbe guardare. «Abbiamo anche assistito a importanti iniziative promosse dagli Stati membri, come l’accordo operativo tra Italia e Albania - si legge nel testo di von der Leyen - Questo è un esempio di pensiero fuori dagli schemi, basato su un’equa condivisione delle responsabilità con i Paesi terzi in linea con gli obblighi previsti dal diritto dell’Ue e internazionale». Questa, spiega l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza, «è la conferma della serietà della linea Meloni». 

L’OPPOSIZIONE

Di ovvio segno opposto le immediate reazioni dell’opposizione italiana alla decisione della Corte costituzionale albanese. «Spero che questo segni l’inizio della fine di questo obbrobrio giuridico e umanitario» ha detto ad esempio il segretario di +Europa, Riccardo Magi. «Come già dimostrato dall’esito dell’accordo tra Regno Unito e Ruanda, quando prendono scorciatoie rispetto ai principi del diritto internazionale, i nodi presto o tardi vengono al pettine» ha scritto invece su X il senatore di Italia viva Ivan Scalfarotto. «La Corte Costituzionale svela la farsa di un trattato fuori dallo Stato di diritto che ha come unico scopo la propaganda elettorale per le prossime elezioni europee» ha tuonato invece da Bruxelles, la vicepresidente socialista del Parlamento europeo Pina Picierno.

Del resto proprio ieri, intervenendo a palazzo Madama, la presidente del Consiglio aveva attaccato il Partito Democratico accusandolo «di fare tutto il possibile per smontare il lavoro faticoso» fatto dal suo governo sul fronte dei migranti, difendendo l’intesa con Tirana perché «non viola il diritto internazionale». Un punto che con ogni probabilità la premier affronterà proprio con Rama nel fine settimana. Il leader politico albanese è infatti atteso a Roma per salire sul palco della kermesse organizzata da Fratelli d’Italia, Atreju, questo sabato a mezzogiorno. Appena prima che sullo stesso palco salgano da attesissimi protagonisti anche Elon Musk, fondatore di Tesla e patron del social network X, e il primo ministro del Regno Unito Rishi Sunak, in visita anche a Palazzo Chigi attorno all’ora di pranzo.

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