Nucleare, l'Italia punta su Ansaldo per i mini reattori hi-tech: ecco come funzionano le nuove tecnologie

Nucleare, l'Italia punta su Ansaldo per i mini reattori hi-tech: ecco come funzionano
Nucleare, l'Italia punta su Ansaldo per i mini reattori hi-tech: ecco come funzionano
di Giacomo Andreoli
Domenica 3 Settembre 2023, 21:38 - Ultimo agg. 4 Settembre, 11:49
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Il governo vuole accelerare sul nucleare, facendo leva sul gruppo Ansaldo e puntando sulle nuove tecnologie. L’obiettivo, come sottolineato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin e dal vice premier Matteo Salvini è inserirsi in un trend globale in cui crescono gli investimenti su questa fonte di energia.

Secondo l’ultimo studio redatto dalla World Nuclear Association sono già previsti 58 reattori in costruzione, 103 sono pianificati e 325 proposti. Solo in Europa ci saranno 45 nuove centrali nucleari entro il 2050. Martedì scorso i vertici di Ansaldo Nucleare hanno incontrato il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. L’azienda si è detta pronta a fare la sua parte.
Il vicepremier lavora a stretto contatto con i colleghi ai dicasteri delle Imprese e dell’Ambiente, Adolfo Urso e Gilberto Pichetto Fratin.

Si punta ad aprire il prima possibile un tavolo di lavoro governativo, rendendo il nuovo nucleare una parte importante della strategia energetica italiana dei prossimi anni, dopo l’inserimento nel Piano energia e clima con orizzonte al 2030. La convinzione, dice il Mit, è che sia «l’unica possibilità per avere a lungo termine una bolletta più contenuta per famiglie ed imprese». Enea, l’Agenzia per le nuove tecnologie, e il Gse (Gestore dei servizi energetici) sono in campo per fornire il loro supporto tecnico.

Le nuove tecnologie

Non solo le oramai note centrali “di quarta generazione” della fissione nucleare, il cui orizzonte di diffusione è tra 10 o forse 15 anni, ma anche i mini-reattori hi-tech, che sfruttano l’attuale tecnologia (la terza generazione, più inquinante), ma la rendono più efficiente e saranno messi sul mercato tra qualche anno. Mini-reattori su cui Ansaldo Nucleare, leader italiano nel settore, è in prima linea. Sono reattori più integrabili nelle attuali reti elettriche e con molta flessibilità di impiego per rispondere alle necessità della rete. Per il loro sviluppo a marzo Ansaldo ha firmato un accordo con Edison e la francese Edf, con l’idea di favorirne la diffusione in prospettiva anche in Italia.
Le novità della quarta generazione, invece, stanno nel non produrre anidride carbonica, ridurre le scorie radioattive, rendere meno probabili incidenti al reattore (come a Chernobyl e Fukushima) ed eliminare il plutonio. Ansaldo sta lavorando ai primi prototipi in tutta Europa ed è leader nel Continente in quelli veloci al piombo, su cui nel Regno Unito sono stati raggiunti alcuni risultati di buon auspicio. Il primo prototipo verrà realizzato in Romania in collaborazione con Enea. 

La tendenza

Secondo il governo il nuovo nucleare avrebbe abbastanza elementi di innovazione, a partire dalla maggiore sicurezza, per essere diverso dalle tecnologie più volte bocciate dagli italiani, l’ultima volta con il referendum del 2011. Anche con la tecnologia di quarta generazione, però, secondo l’Agenzia internazionale dell’Energia, i costi delle rinnovabili, proiettati tra il 2030 e il 2050, saranno inferiori a quelli del nucleare (una centrale costa circa 11 miliardi). Non solo, per l’Onu il potenziale di riduzione di emissioni nette entro il 2030 di solare ed eolico è quattro volte maggiore rispetto al nucleare, anche se andrebbe risolto il problema non piccolo della mancata continuità energetica. Insomma, il dibattito sul nucleare è acceso, ma il governo fa sponda sul controverso inserimento di questa fonte energetica nella tassonomia Ue delle attività ecosostenibili, assieme al gas, necessarie in via transitoria per raggiungere gli obiettivi green al 2030 e al 2050. Alcuni Paesi Ue che usano il nucleare, come la Spagna, ragionano però sul suo abbandono a partire dal 2027. La Germania lo ha già fatto. 

La rivoluzione

La vera rivoluzione, comunque, sarebbe quella della fusione nucleare, un processo che simulerebbe ciò che avviene dentro al Sole, producendo una quantità molto elevata di energia senza scorie. Eni è in campo in collaborazione con il Mit di Boston. Il primo impianto provvisorio collegato alla rete (Arc), secondo l’ad CLAUdio Descalzi, potrebbe arrivare anche tra una decina d’anni, a Boston, il secondo «nel Regno Unito, dove sono vogliosi e pronti a darci terreni».

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