«Quello accaduto ieri è un fatto gravissimo», tuona il Sindacato di polizia Siap sottolineando che è «inaccettabile che un politico come Salvini possa continuare a permettersi d'indossare spocchiosamente la divisa della Polizia di Stato promettendo che una volta al potere utilizzerà poliziotti o carabinieri per una sorta di delirante demagogica e pericolosa 'pulizia etnicà». Il 'bis' della maglietta sul palco non piace nemmeno al segretario del Silp Cgil Daniele Tissone che ritiene che Salvini, puntando a coinvolgere gli agenti, «abbia veramente passato il segno: Polizia e forze dell'ordine - ricorda - stanno dalla parte dei cittadini e delle leggi, tra mille difficoltà e disagi ma, sempre e comunque, al servizio della nostra democrazia e dello stato di diritto». Fa però spallucce il leader leghista (che segna un punto con l'appoggio «orgoglioso» del Sap, altro sindacato autonomo di polizia) pronto a controreplicare: «Un ex dirigente della CGIL di Genova, tal Roberto Traverso, parlando a nome dei 'poliziotti democraticì (???) - scrive in un tweet - mi ha attaccato perché secondo lui vorrei usare Polizia e Carabinieri per effettuare una 'delirante, demagogica e pericolosa pulizia etnicà in Italia. Fatemi capire, chiedere regole, ordine e rispetto sarebbe delirante? Chiedere che clandestini e centri a-sociali non sfascino tutto è delirante? c'è chi sta con Renzi e Alfano, io sto con chi ci difende!», conclude. Del resto il tema della 'tolleranza zerò e del «basta con le buone maniere», è stato il filo conduttore del comizio di ieri e dei vari interventi sui social di oggi. Tutti mirati a parlare ad una platea di centrodestra a cui Salvini rilancia la propria candidatura per la leadership. Per farlo punta subito al bersaglio grosso annunciando l'organizzazione di una mobilitazione nazionale il 12 novembre - a «casa di Renzi» - per mandare via «il premier, la signora Boschi con Banca Etruria, la Boldrini, Alfano».
Poi 'provoca' gli alleati con il più classico 'o con noi o contro di noì: «Vediamo: se saremo in pochi avrà ragione Renzi e avanti con l'immigrazione, le tasse, con le buone scuole che licenziano migliaia di insegnanti, avanti con le riforme sbagliate».
Infine quasi deride l'investitura di Parisi con la versione lumbard del 'Fassina chi?' che Salvini dedica all'ex city manager di Milano: «Mi chiedono e citano questo nome... In un primo momento pensavo fosse un giocatore del Milan... Poi ho capito. Cosa vuole fare però non lo ho ancora capito».