Zes Unica e Pnrr, Svimez: «Andare oltre i localismi»

«L'introduzione di una governance nazionale può essere l'occasione per rafforzare il coordinamento degli interventi»

Il ministro degli Affari Europei, Politiche di Coesione e Pnrr Raffaele Fitto
Il ministro degli Affari Europei, Politiche di Coesione e Pnrr Raffaele Fitto
di Nando Santonastaso
Martedì 3 Ottobre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 20:25
4 Minuti di Lettura

Via libera sostanziale alla Zes unica a patto però che si faccia chiarezza sulla nuova governance e sui finanziamenti previsti dal credito d'imposta per incentivare gli investimenti. E occhio anche alle risorse del Fondo sviluppo e coesione che non potrebbero essere utilizzate per coprire i progetti definanziati dal Pnrr che interessano il Sud per circa 14,6 miliardi. Ruota attorno a questi due nodi la prima giornata di audizioni sul Decreto Sud in Commissione Bilancio alla Camera. 

La Svimez auspica «un'accorta gestione della fase di transizione alla Zes Unica, anche al fine di non indebolire i processi di crescita faticosamente avviati nelle Zes regionali» destinate a concludere la loro missione nel 2024. «L'introduzione di una governance nazionale guidata dalla Presidenza del Consiglio può essere l'occasione per rafforzare il coordinamento degli interventi e l'adozione di procedure più omogenee, superando i localismi e le frammentazioni che hanno caratterizzato le politiche di sviluppo degli ultimi decenni».

Ma per l'Associazione presieduta da Adriano Giannola, che dovrebbe avere un ruolo ben preciso nella dimensione di politica industriale e infrastrutturale dello strumento, servono condizioni preliminari per garantire il successo della Zes unica per il Mezzogiorno.

E cioè «definire le priorità produttive e le specializzazioni strategiche sulle quali puntare; valorizzare il ruolo dei poli logistici del Sud; accompagnare lo sviluppo e la localizzazione di imprese innovative con politiche per la formazione e la valorizzazione del capitale umano; sostenere l'ampliamento e l'integrazione del sistema produttivo meridionale nelle filiere strategiche europee».

In sostanza, serve un Piano strategico che esalti le potenzialità dei singoli territori e faccia tesoro delle positive esperienze di nuovi investimenti nelle attuali Zes. 

Di una governance «fortemente partecipata attraverso il coinvolgimento delle parti sociali e delle istituzioni territoriali rispetto al quale riteniamo che il testo possa essere emendato nel suo iter parlamentare» parla invece la Cisl (in audizione è andato il segretario confederale Ignazio Ganga). «La nostra idea di un assetto operativo della Zes unica si deve collocare entro le coordinate della cooperazione, della solidarietà e della sussidiarietà per cogliere la sfida e le opportunità date da tutti gli strumenti della politica di coesione per la ripresa e lo sviluppo dell'economia dei nostri territori. Per questo dice la Cisl - è importante che la strada aperta dal decreto sia oggetto di approfondimento attraverso il confronto fra sindacati e Governo, non solo oggi, ma anche in tutte le sedi opportune, a partire dalle cabine di regia e dalle strutture di missione, fino ai tavoli preposti costituiti e costituendi». 

Sulle risorse della coesione, come detto, i dubbi maggiori. Svimez in audizione fa un po' di conti e osserva che del Fondo sviluppo e coesione 2021-27, destinato all'80% al Sud, ci sono 13 miliardi ancora da allocare che potrebbero diventare 19 «considerato che altri 6 miliardi sono al momento indisponibili perché utilizzati a copertura (temporanea) dei maggiori costi degli interventi Pnrr per effetto degli incrementi inflazionistici». Secondo l'Associazione proprio il vincolo a favore delle regioni meridionali «rende poco praticabile l'impiego di queste risorse a copertura del finanziamento degli interventi esclusi dal Pnrr. Va in definitiva scongiurato il rischio che le risorse del Fondo svolgano lo stesso ruolo di finanziamento sostitutivo troppe volte svolto in passato rispetto agli investimenti ordinari».

Video

Oggi giornata clou delle audizioni: ci saranno infatti tra gli altri i commissari delle Zes e Confindustria. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA