Fisco, Meloni: «Sia amico delle imprese, no a uno Stato vessatore»

Il messaggio del premier all’Ance: «Occorre fiducia tra governo e aziende»

Fisco, Meloni: «Sia amico delle imprese, no a uno Stato vessatore»
di Francesco Bechis
Mercoledì 21 Giugno 2023, 23:58 - Ultimo agg. 24 Giugno, 09:50
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Uno Stato alleato di chi fa impresa. Un fisco che aiuti invece che vessare, paralizzare «chi produce ricchezza». Giorgia Meloni ha promesso una «rivoluzione fiscale» per il 2023. Ora vuole passare ai fatti. Tornata dalla missione a Parigi la premier invia un messaggio all’assemblea annuale dell’Ance, l’associazione dei costruttori italiani oggi presieduta da Federica Brancaccio. «Questo governo si fida di chi fa impresa e di chi vuole lavorare», scandisce la timoniera di Palazzo Chigi.

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LA ROADMAP
Sono i giorni dei ritocchi alla delega fiscale, all’esame della Camera. È il 249esimo anniversario della Guardia di Finanza, il corpo chiamato a prevenire e reprimere i reati finanziari, soprattutto la grande evasione.

Ecco l’occasione per Meloni di dettare la linea del governo sulle tasse. Con la delega «vogliamo costruire un fisco alleato di chi fa impresa e produce ricchezza, non un fisco nemico, quasi vessatore», spiega. «Non si può partire da un principio di colpevolezza verso tutti, come è stato per troppe volte, in cui grava sulle spalle delle imprese e delle persone per bene l’onere di dimostrare di essere tali». È un manifesto. Arriva in ore caldissime sul fronte fiscale, dentro e fuori le aule parlamentari. 


Prima la polemica per le parole del Guardasigilli Carlo Nordio sulla necessità di rivedere l’impianto normativo del fisco italiano perché oggi «anche un imprenditore onesto non riuscirebbe a pagare tutte le tasse» (e ieri il ministro, negando qualsiasi assist agli evasori, ha rincarato: «L’opera di chi crea ricchezza è essenziale allo Stato»). Poi il richiamo del Capo dello Stato Sergio Mattarella, celebrando la Gdf, al contrasto all’evasione fiscale» e alla «giustizia fiscale tra i cittadini». Di fronte ai costruttori dell’Ance Meloni riprende il filo. «Questo governo è impegnato fin dal primo giorno per mettere chi vuole lavorare nelle condizioni di farlo sempre meglio». Niente sconti agli evasori, precisa la premier a scanso di equivoci e nuove polemiche, «se questa fiducia viene tradita la risposta dello Stato deve essere dura, perché i primi danneggiati da pratiche scorrette sono proprio quelle aziende che hanno rispettato le regole e i cittadini che si trovano opere e servizi scadenti». Le fa eco durante le celebrazioni per le Fiamme Gialle al Comando generale romano di fronte alla premier, il Comandante generale Andrea De Gennaro. Convinto che la lotta all’evasione possa convivere «con tutte quelle iniziative necessarie a incoraggiare l’adempimento spontaneo dei contribuenti». 


I MESSAGGI
Tra le righe del manifesto-Meloni sulle tasse c’è più di un messaggio politico. È una battaglia, quella per uno Stato garantista e non vessatore anche verso i contribuenti, che scalda da sempre Forza Italia e i suoi elettori rimasti orfani di Silvio Berlusconi. È al tempo stesso un punto fermo dell’agenda leghista. «Se c’è chi evade il fisco non si può complicare la vita a tutti gli imprenditori», mette a verbale il leader e vicepremier Matteo Salvini. Dal Mef rincara il ministro Giancarlo Giorgetti che cita Collodi e parla di una «scannocrazia» che attanaglia le imprese tra fisco e burocrazia ipetrofici. 


Lega che per il momento rimarrà a corto di un antico cavallo di battaglia elettorale, la flat-tax incrementale che il governo ha infine deciso di espungere dalla delega fiscale rinviandola a data da destinarsi. Forse per questo Meloni, all’assemblea Ance, decide di spende parole importanti per l’altra grande riforma targata Salvini, quel Codice degli appalti finito spesso nel mirino della Corte dei Conti che è invece basato «sulla fiducia tra lo Stato e le imprese vuol dire garantire alle aziende tempi e costi certi e la possibilità di pianificare e programmare il lavoro».
 

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