Terapisti dell’età evolutiva, sottostimato il fabbisogno di assistenza per bambini e adolescenti

Tanti temi al centro del primo convegno nazionale della Commissione di albo nazionale dei Tnpee

Convegno nazionale della Commissione di albo nazionale dei Tnpee
Convegno nazionale della Commissione di albo nazionale dei Tnpee
di Ettore Mautone
Sabato 27 Maggio 2023, 20:34
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Disabilità psicosensoriale, neurosviluppo, carenze di percorsi e personale dedicato nelle unità di Neuropsichiatria infantile, insufficiente presa in carico precoce in età pediatrica e adolescenziale dei pazienti, sottovalutazione dei fabbisogni di assistenza, carenza di dati epidemiologici aggiornati, cure domiciliari insufficienti.

E ancora: il ruolo trascurato dei consultori per la prevenzione e l'informazione alle mamme, l'incidenza delle malattie rare e di sindromi come l'autismo, in esponenziale crescita di incidenza in Italia. Sono questi i temi al centro del primo convegno nazionale della Commissione di albo nazionale dei Tnpee, Terapisti della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva, afferenti all'Ordine delle 18 professioni sanitarie tecniche dell'area della prevenzione e riabilitazione in corso a Napoli. Fari puntati sulle emergenze in Età Evolutiva e sulla centralità del Tnpee nel progetto di salute dall'età pediatrica all'adolescenza.

«L'evento - il primo organizzato dalla Commissione d'Albo nazionale dei Tnpee dopo la costituzione dell'Ordine delle professioni sanitarie delle aree tecnica, riabilitativa e della prevenzione - avverte Andrea Bonifacio Presidente della Commissione d'albo nazionale dei Tnpee - è l'occasione per incontrare i Terapisti della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva provenienti da tutte le regioni al fine di affrontare insieme in maniera dettagliata, integrata ed unitaria gli aspetti riguardanti una professione che è da ritenersi un'eccellenza esclusivamente italiana. Ad oggi numerose sono le emergenze che si stanno riscontrando in età evolutiva diventate ancor più a cute a causa della pandemia».

Modelli clinici e neurosviluppo, specificità e attualità dell’approccio neuropsicomotorio nella riabilitazione dell’età evolutiva, la sorveglianza dei comportamenti e delle atipie di bambini e adolescenti nella popolazione generale e quella a rischio, le politiche di inclusione nel contesto socio-sanitario ed educativo. E poi analisi della distribuzione e del fabbisogno dei terapisti in relazione all’esigenza di salute in età evolutiva e dei nuovi standard formativi passando dalla Formazione di base alla ricerca scientifica i temi trattati nel primo giorno di un congresso a cui partecipano oltre 300 professionisti da tutta Italia.

Fari puntati sulle linee guida e la ricerca in riabilitazione: una tavola rotonda a cui hanno partecipato docenti universitari, neuropsichiatri infantili e le Associazioni tecnico scientifiche. Per la parte più politico programmatica la sessione dedicata al Decreto ministeriale  77 attuativo della riprogrammazione dei livelli di assistenza sul territorio che dall’esperienza post pandemica è quella che ha mostrato il fianco ai problemi che affliggono il Servizio sanitario nazionale. 

La carenza di risorse e di personale a tutti i livelli i nodi da sciogliere. A ripercorrere i tratti di un servizio sanitario nazionale sbilanciato tra le Regioni per attribuzione del fondo sanitario e per dotazioni di medici, infermieri e personale, ci ha pensato la relazione di Antonio Salvatore, direttore del dipartimento Salute di Anci Campania che nel confronto con Marco Marchetti di Agenas, Jenny De Carolis della Commissione d’Albo nazionale dei Terapisti dell'età evolutiva e con Alessandro Beux della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni sanitarie, ha snocciolato i dati di una Campania ultima in Italia per quota procapite di assegnazione del fondo sanitario nazionale e anche per dotazione di personale per 10 mila abitanti ma che, al pari delle altre regioni, punta sul Pnrr per un riequilibrio tanto da aver programmato 6 tra Case e ospedali di comunità in più rispetto alle 166 programmate arrivando a 172 strutture da realizzare o ristrutturale sebbene poi la Campania  sia stata l’unica a negare il via libera in Conferenza Stato Regioni al progetto per la mancanza di fondi appostati sul personale.

«Proprio nella rinascita della assistenza del territorio e di prossimità tuttavia le professioni sanitarie, nella loro specificità – ha sottolineato de Carolis – devono poter svolgere un ruolo e giocare le loro carte se l’obiettivo deve essere quello di assicurare salute alla popolazione». 

E proprio nella relazione di Francesco Cerroni presidente della Commissione d’Albo presso l’Ordine di Napoli, Avellino, Benevento e Caserta sono emersi i numeri di questa sottostima di personale e terapisti dedicati all’età evolutiva: nel 2020 il numero totale di Tnpee per l’anno 2021 era di 6.323 unità in Italia, circa 1700 in Campania (distribuiti in tutte le province) ed il rapporto medio nazionale è di 56,8 Terapisti dell’età evolutiva (Tnpee) per 100 mia abitanti fortemente sottostimato rispetto al fabbisogno visto che il rapporto nazionale medio è attestanto a 1 Terapista ogni 296 soggetti in età evolutiva con necessità di intervento riabilitativo.

Nella fascia di età 0-18 anni si soni poi più di un milione e mezzo di potenziali/reali pazienti che non effettuano alcun trattamento di cui quasi 1,1 milioni in età pediatrica (0-14).

«Ciò ha creato una frammentazione e sostituzione degli interventi che non hanno una propria specificità sulla Reale Necessità dell’individuo». Presentate inoltre analisi di confronti tra le aree geografiche che mostrano la reale differenza tra età evolutiva ed età pediatrica in relazione al singolo Terapista oltre che la discrepanza tra  domanda offerta. La Campania è la regione con il maggior numero di Terapisti in Italia e un corso di laurea alla Vanvitelli ma con carenze diffuse, negli enti pubblicim nelle Asl e negli ospedali, nei consultori ma anche nelle strutture private accreditate con una lista di attesa di oltre 2 anni per poter accedere ai servizi di presa in carico riabilitativa.

Una carenza di personale che però è poco percepita come per altre figure dell’area della riabilitazione: «La formazione post base, ad esempio - ha aggiunto Andrea Bonifacio che guida i Terapisti a leivello nazionale -  ricade in master accademici e privati che invece di chiarire la peculiarità dei metodi e ulteriormente specializzare le figure professionali all’interno dei confini dettati dai propri profili professionali crea l’illusione di far acquisire nuove competenze oltre il proprio profilo, rilasciando certificazioni attestanti nuovi titoli professionali. Ancora numerose le scuole triennali private in psicomotricità e psicomotricità funzionale che tendono a confondere l’utenza ma che non consentono l’iscrizione all’Ordine attuando interventi che si sovrappongono insinuandosi nella linea sottile tra ciò che è di natura educativa e riabilitativa».

Infine l’attenzione alle criticità nei diversi contesti preventivi, valutativi e riabilitativi che rallentano la presa in carico precoce: che si attestano a 2 anni di lista d’attesa per le strutture private accreditate con un’offerta esclusivamente privata in alcuni territori. Per non parlare dell’assenza negli ambulatori dei pediatri di famiglia di attività di prevenzione e valutazione da parte dei terapisti esperti del disagio precoce del bambinI, così anche per i livelli di assistenza domiciliare e in di day hospital o ricovero.

«Livelli di assistenza - conclude Giuseppina Della Corte, vicepresidente dell'Ordine delle professioni sanitarie di Napoli, Avellino, Benevento e Caserta e a sua volta terapista - che qualificherebbero la risposta assistenziale ma che non vengono attivati per carenza di personale interno».

«L’alternativa è spesso affidare a Cooperative esterne la cura come avviene troppo spesso per le sternalizzazioni - le hga fatto eco il presidente dell'Ordine cui Della Corte afferisce Franco Ascolese - ma con standard spesso largamente inferiori a quelli di 1 Tnpee ogni 5 posti letto e la totale assenza della figura in tutti i reparti di interesse pediatrico, tra cui le Terapie intensive neonatali».

Le neuropsichiatrie infantili? «Anche qui non è garantita la presenza di 3 terapisti per ogni medico». Una lunga lista di carenze che raggiunge anche i Nuclei operativi dei Servizi tra cui le Unità di Valutazione del bisogno riabilitativo (Uvbr), le Unità valutative multidisciplinari (Uvm) e le Unità di valutazione integrata (Uvi).

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