Carcinoma mammario metastatico, nuove frontiere nelle cure

Una due giorni di studi dedicata non solo ai medici ma anche ai pazienti per conoscere la nuova frontiera delle cure

La professoressa Grazia Arpino
La professoressa Grazia Arpino
Lunedì 11 Dicembre 2023, 17:55 - Ultimo agg. 18:18
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Il trattamento ideale per le pazienti con carcinoma mammario metastatico (MBC) dovrebbe considerare le circostanze, le preferenze e i valori della paziente. È questo il tema principale che sarà trattato il prossimo 14 e 15 dicembre, nel corso del convegno che si terrà presso NapHub a Napoli, dal titolo “Shared Decision Medicine, nel tumore della mammella metastatico”, rivolto a medici e pazienti, e promosso dalla professoressa Grazia Arpino e dal professore Sabino De Placido, responsabili del progetto in collaborazione con i professori Carmine De Angelis e Mario Giuliano e con molteplici professionisti del mondo accademico ed ospedaliero nazionale dedicati al trattamento di questa patologia.

L'OBIETTIVO

Considerati i sostanziali miglioramenti della sopravvivenza e le molteplici strategie terapeutiche disponibili nel tumore della mammella, la personalizzazione del trattamento in considerazione anche delle aspettative delle pazienti diventa possibile e di primaria importanza.

Il processo decisionale condiviso (Shared Decision Medicine) è un gateway innovativo per l'assistenza personalizzata non ancora  pienamente implementato nella pratica clinica in oncologia. Il corso che si terrà il prossimo 14 e 15 dicembre ha pertanto come obiettivi principali la divulgazione delle modalità con cui la comunicazione medico paziente andrebbe impostata per garantire la completa condivisione dell’iter diagnostico terapeutico e la definizione di un approccio specifico per le  pazienti con MBC al fine di promuovere l'applicazione dei processi SDM tra gli ospedali comunitari e i centri accademici onde rendere la terapia più aderente alle aspettative ed agli obiettivi di salute delle pazienti.

«Questo è il primo convegno sullo Shared Decision Medicine, ovvero sull'applicazione di processi decisionali condivisi per le scelte diagnostiche e terapeutiche nelle pazienti con tumore della mammella. - spiega la professoressa Grazia Arpino, responsabile scientifico deli due giorni - L'obiettivo del corso è di fornire ai medici, il 14 dicembre, e alle pazienti, il 15 dicembre, gli strumenti comunicativi più idonei per poter stabilire una relazione medico - paziente che permetta di definire degli obiettivi diagnostici e terapeutici il più condivisi possibile. L’applicazione del processo decisionale condiviso permette alla paziente di comprendere i trattamenti disponibili, e di scegliere quello più idoneo secondo le proprie preferenze, credenze, e valori individuali, rendendola parte attiva del percorso terapeutico, più consapevole dei benefici e degli eventuali rischi legati alle differenti opzioni farmacologiche. Resta fondamentale la formazione del personale sanitario circa la strutturazione di modalità comunicative che rendano chiari anche a non medici i diversi trattamenti proposti ma anche l’educazione delle pazienti circa la possibilità di diventare protagoniste del percorso di cura e non più passive fruitrici dello stesso. L'efficacia di un trattamento è sicuramente un parametro fondamentale da tenere in considerazione, ma, talvolta, anche altri aspetti, legati all'impatto di una terapia sulla vita quotidiana e sociale delle nostre pazienti possono essere importanti».

E ancora: «Una discussione strutturata, chiara, bidirezionale, in cui non è più soltanto il medico a discutere, ma anche la paziente ad intervenire facendo presente i propri bisogni non solo legati alla malattia ma anche sociali o familiari diventa quindi fondamentale per impostare un adeguato trattamento oncologico. Oggi abbiamo a disposizione più farmaci efficaci nella malattia metastatica, con diversi profili di tossicità, ed in questo contesto la personalizzazione del trattamento oncologico è finalmente possibile. Una personalizzazione-chiarisce la prof.ssa Arpino-  non più basata unicamente sulla caratterizzazione  molecolari del tumore, ma che deve necessariamente realizzarsi tenendo conto delle aspettative e della volontà delle pazienti. E questo risultato può essere raggiunto solo attraverso una discussione attiva condivisa».

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