Vaccini, in India va a rilento la produzione di Covaxin: azienda lontana dall'obiettivo delle 100 milioni di dosi al mese

Vaccini, in India va a rilento la produzione di Covaxin: azienda lontana dall'obiettivo delle 100 milioni di dosi al mese
Vaccini, in India va a rilento la produzione di Covaxin: azienda lontana dall'obiettivo delle 100 milioni di dosi al mese
Giovedì 30 Settembre 2021, 10:54 - Ultimo agg. 15:44
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il mondo prosegue inarrestabile la sua corsa nella produzione di vaccini per contrastare l'emergenza Covid. Prosegue a rilento però la produzione del vaccino indiano Covaxin, realizzato dalla compagnia farmaceutica Bharat Biotech. Il quotidiano The Times of India scrive che l'azienda, a otto mesi dal lancio della campagna vaccinale nazionale, fatica a incrementare la produzione. Krishna Ella, presidente e direttore operativo dell'azienda, ha annunciato che a ottobre l'offerta salirà a 55 milioni di dosi, 15 milioni in più delle attuali 35, ma sempre poco più della metà dei cento milioni mensili che la Bharat prevedeva di produrre. Il Covaxin, interamente elaborato in India, negli stessi tempi degli altri vaccini usati nel mondo, è stato somministrato anche al premier Narendra Modi, che si è sempre dichiarato orgoglioso del «vaccino indigeno».

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Ma la compagnia di Hyderabad, per via di numerosi problemi logistici, tra cui l'inadeguato approvvigionamento di alcune sostanze e le difficoltà nel delicato processo dell'infialamento, non ha raggiunto gli obiettivi. Non è chiaro se questo annuncio metterà in discussione la decisione del governo di Delhi, che la settimana scorsa aveva anticipato che da ottobre avrebbe ripreso le esportazioni, sospese cinque mesi fa per affrontare «in casa» la travolgente seconda ondata della pandemia. In India, oltre alla Bharat Biotech, opera il Serum Institute of India, la più grande azienda al mondo di vaccini, che produce il vaccino Astra Zeneca, chiamato in India Covishield. Il Paese è uno dei principali protagonisti dell'alleanza globale Covax, che fornisce ai 92 Stati economicamente più arretrati dosi gratuite. La sospensione del contributo di dosi da parte dell'India ha fatto segnare il passo anche a questa campagna internazionale.

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Numerosi ospedali privati indiani stanno intanto cancellando gli ordini per il vaccino Sputnik V, prodotto e distribuito in India dalla farmaceutica Dr Reddy, su licenza russa, dai primi di giugno.

Da un lato, il governo sta procurando agli istituti sanitari sempre più dosi gratuite, dall'altro la Dr Reddy nei primi tempi ha dovuto importare dalla Russia oltre 3 milioni di dosi, per poi vederne somministrate neppure un milione. Se la domanda in India è quasi cancellata, la produzione ormai avviata dall'azienda verrà incrementata per l'export commerciale: la Dr Reddy fa sapere che, in accordo con il Russian Direct Investment Fund, proprietario del vaccino, incrementerà la capacità produttiva fino a 850 milioni di dosi annuali, anche affidando la licenza di produzione ad aziende terze, attive sul territorio indiano. 

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