Vaccini agli operatori sanitari, pasticcio sui dati in Campania

Vaccini agli operatori sanitari, pasticcio sui dati in Campania
Vaccini agli operatori sanitari, pasticcio sui dati in Campania
di Ettore Mautone
Lunedì 29 Marzo 2021, 08:04 - Ultimo agg. 18:18
5 Minuti di Lettura

Il cambio di passo impresso dal governo Draghi al Piano nazionale vaccinale passa per il vaglio dei numeri. E subito tra Regione Campania e commissariato all'emergenza scoppia il caos intorno alle percentuali sulle dosi somministrate al personale sanitario. I conti non tornano e descrivono due realtà completamente diverse. Per la Regione a sottoporsi al vaccino è stata quasi la totalità di medici e infermieri, con percentuali bulgare superiori al 90%, per il commissariato molti di meno, all'incirca la metà. Sull'asse Napoli-Roma ora si cerca di chiarire il mistero.


Ma andiamo con ordine: le tabelle con le categorie da vaccinare, le percentuali e le dosi somministrate e da inoculare riferite al personale sanitario, agli anziani ospiti delle Rsa, agli over 80, al personale scolastico, ai fragili di ogni età e ora alla fascia di popolazione compresa tra 70 e 80 anni, sono all'attenzione del commissario nazionale Paolo Figliuolo che con piglio militare sta chiedendo conto alle Regioni delle affinità e divergenze nel modo di procedere e delle diverse percentuali raggiunte.

Sud questo fronte già oggi è atteso a Roma un chiarimento per individuare le mosse da compiere in vista dell'obiettivo comune delle 500mila vaccinazioni al giorno 850 mila in Campania).

Video


I NODI
In Campania questo traguardo deve fare i conti con alcuni nodi sul tappeto: il primo è un presunto errore di trasmissione del dato relativo alle percentuali di immunizzazione del personale sanitario. In base alle tabelle fornite dal ministero, infatti, sarebbe stato vaccinato con la prima dose solo per il 54,49 per cento (96.996) dei camici bianchi (il 48,60 con la seconda), su una platea da vaccinare di 178mila unità. Quest'ultimo numero in realtà sarebbe invece il frutto della somma dei vaccinati con la prima e la seconda dose in quanto il personale sanitario censito nelle strutture del Servizio sanitario nazionale, in quelle convenzionate e accreditate ammonta a 98mila ed è per il 95 per cento già vaccinato. «Abbiamo trasmesso in merito una rettifica venerdì al ministero avverte Angelo D'Argenzio dirigente dell'ufficio di coordinamento epidemiologico regionale e le prossime tabelle saranno aggiornate con i dati corretti».


I NUMERI
Che i numeri, su questo fronte, non tornassero era emerso già dall'incrocio dei dati provenienti dalle singole Asl: a Napoli 1 ad esempio su 4.100 camici bianchi della rete ospedaliera si sono vaccinati il 95 per cento, nell'ambito dei dipartimenti, distretti e strutture centrali della Asl su 7.800 unità attive se ne sono immunizzate l'88 per cento. Stessa percentuale per informatori medici e farmacisti. Si sale al 92 per le strutture accreditate (su 7.620), mentre sono in fase di completamento le vaccinazioni avvenute con l'intermediazione degli Ordini (medici, biologi, psicologi, Infermieri, chimici, fisici, veterinari, Tecnici sanitari e Ostetrici) fermi al 73 per cento. «Insieme ai presidenti degli altri Ordini avverte Franco Ascolese presidente dell'Ente che rappresenta 19 professioni sanitarie dei tecnici, della prevenzione e della Riabilitazione - abbiamo trasferito tutti i dati relativi al personale impiegato nel privato e anche pensionati e liberi professionisti. Dopo alcuni stop & go si sta procedendo a completare i cicli di vaccinazione».


LE ADESIONI
Un altro aspetto, finora poco considerato, attiene alla differenza tra la platea totale, che identifica la torta di ogni singola categoria da vaccinare, con la fetta di coloro che hanno detto sì e aderito alla vaccinazione su cui si misura la percentuale di inoculazioni in corso. Chi resta fuori sarà ripescato? C'è un sistema di verifica dell'accessibilità alla piattaforma di prenotazione? Tutte domande alle quali non si potrà rispondere fino a quando gli indicatori di riferimento, su cui lavorare, non saranno stati condivisi a livello nazionale. Per alcune categorie, tipo gli insegnanti, la mancata adesione di una fetta di essi può essere considerata un vero e proprio rifiuto che solo col tempo si potrà verificare se sia modificabile, per altre, come gli anziani over 80, il fatto che su una massa totale da vaccinare, (dati Istat), di 304 mila in Campania, abbiano aderito ad oggi circa 235 mila, è molto probabile che rimandi a una difficoltà di accesso e qualcuno dovrà porsi il problema del recupero vaccinale di queste persone. Con l'ingresso in campo della medicina di famiglia e degli specialisti del territorio, che hanno un rapporto di prossimità con i propri pazienti fragili, questa quota di assenti potrebbe assottigliarsi. Se a questo aggiungiamo che le percentuali di vaccinazioni eseguite dalle singole regioni il ministero le misura sul numero totale della platea da vaccinare (e non sulle adesioni) si comprende che le diverse percentuali registrate tra una regione e l'altra rimandano proprio alle non omogenee adesioni a monte delle varie categorie. Così gli over 80 vaccinati in Campania con la prima dose (150 mila) sembrerebbero essere solo il 49,58 per cento, quota che però sale sensibilmente se il calcolo lo si fa sulle adesioni, ossia sui 235 mila che si sono registrati sulla piattaforma regionale. Adesioni che, come detto, non sono percentualmente omogenee tra una regione e l'altra. Così per il personale scolastico fatto di 182 mila teste di cui 124 mila vaccinate con la prima dose (68,02 per cento un po' sopra la media nazionale) ma le 149 mila adesioni tagliano fuori una fetta di oltre 30 mila attualmente rinunciatari.

© RIPRODUZIONE RISERVATA