La variante di Eris di Sars-CoV-2 (EG.5) domina in Italia. Secondo la flash survey di ottobre pubblicata dall'Istituto superiore di sanità (Iss) «risulta prevalente e in leggero aumento». È al 51%, rispetto 44,7% della precedente indagine.
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Covid, le varianti in Italia
L'altra variante Covid sotto i fari, BA.2.86 - battezzata Pirola dagli esperti sui social e sotto la lente per il suo elevato numero di mutazioni - ha una prevalenza che risulta in aumento a quota 1,3%, rispetto allo 0,2% della precedente rilevazione.
LA LETTURA DEI DATI
«Si conferma, anche in questa indagine, la predominanza di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB e una elevata variabilità dei ceppi virali circolanti come suggerito dal numero dei lignaggi identificati», analizza l'Iss. Lo scenario tricolore è in linea con quanto viene descritto su scala globale e contestualmente - rileva l'Iss - si continua a osservare la circolazione di discendenti di BA.2.75 Centaurus, e in particolare della variante sotto monitoraggio DV.7 (4,1%), globalmente in crescita.
Quanto a Pirola, la sua presenza in Italia cresce, come viene segnalato anche a livello europeo, con una prevalenza nelle regioni/province autonome che si colloca in un range compreso tra lo 0% e il 6,3%. BA.2.86 viene monitorata per la presenza di numerose mutazioni nella proteina Spike che la distinguono dal lignaggio parentale BA.2 (Omicron 2) e dai lignaggi attualmente circolanti, e non sembra attualmente essere associata ad una maggiore gravità della malattia, ricorda l'Iss. Nell'attuale scenario, concludono gli esperti, «è necessario continuare a monitorare con grande attenzione, in coerenza con le raccomandazioni nazionali ed internazionali e con le indicazioni ministeriali, la diffusione delle varianti virali, e in particolare di quelle a maggiore trasmissibilità o con mutazioni correlate a potenziale evasione della risposta immunitaria».