Borse di studio dai 13 anni per gli studenti meritevoli, chi le può prendere e quanto valgono

Il progetto del governo per sostenere gli studenti più bravi e con meno risorse

Borse di studio dai 13 anni per gli alunni meritevoli, chi le può prendere e quanto valgono
Borse di studio dai 13 anni per gli alunni meritevoli, chi le può prendere e quanto valgono
di Lorena Loiacono
Lunedì 18 Settembre 2023, 21:32 - Ultimo agg. 19 Settembre, 11:20
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Sostenere economicamente gli studenti nel percorso scolastico, soprattutto se sono in difficoltà ma dimostrano di essere in grado di andare avanti: in arrivo, per i più meritevoli, un sistema di importanti borse di studio che siano adeguate ad accompagnare gli alunni lungo l’intero corso di studi. Evitando che siano costretti a rinunciare e, quindi, a perdere importanti occasioni di crescita.

L’idea, messa in campo dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, riguarda gli studenti dai 13 anni in su e, quindi, potrebbe partire proprio dal voto dell’esame di Stato della terza media e andare avanti fino al raggiungimento del titolo di studio desiderato. Il piano potrebbe partire già dal prossimo anno. E così la strada del merito, intrapresa dal Governo Meloni fin dalle prime ore di insediamento quando decise di affiancare il termine “merito” al nome del ministero dell’Istruzione, sta prendendo forma.


L’ANNUNCIO

La presidente Meloni, ospite della puntata di ”Dritto e rovescio” in onda su Retequattro, ha 0annunciato un importante piano di borse di studio a favore degli alunni meritevoli: «Il merito è l’unica cosa che può veramente distruggere le incrostazioni.

L’Italia è una nazione dove gli amici valgono di più di quel che sei. Bisogna mettere tutti nelle condizioni di andare avanti in base a quel che dimostrano. È l’unico modo per rompere gli schemi di potere che hanno devastato questa nazione». 


L’obiettivo è aiutare le famiglie più disagiate a garantire che i figli riescano a portare avanti gli studi, nel caso in cui ci sia la propensione a farlo ma le risorse familiari siano scarse. Il Governo sta studiando un intervento ad hoc: «Un piano imponente di borse di studio - spiega ancora Meloni - per studenti meritevoli, da accompagnare sin da quando sono molto giovani. Se sono in difficoltà ma meritevoli, servono borse di studio cospicue per andare avanti. Un modello quindi completamente diverso». 


Finora le borse di studio sono state erogate dagli enti locali, in base a criteri diversi e di diversa entità. L’introduzione ora di nuove forme di finanziamenti nazionali, concesse dallo Stato, rientra nella battaglia intrapresa dal Governo contro la dispersione scolastica. Una lotta portata avanti dal ministero dell’Istruzione e del merito con interventi sull’orientamento e sul tutoraggio (da quest’anno i ragazzi vengono affiancati nelle scelte da intraprendere dalla scuola all’università) e con strumenti di sostegno alle famiglie.


LA DISPERSIONE

Il ministero sta intervenendo a tutto campo nelle scuole più in difficoltà. Il fenomeno della dispersione scolastica, che colpisce più duramente i territori disagiati non lasciando ai giovani una vera opportunità di emergere, riporta in Italia numeri impressionanti: la percentuale di giovani tra i 18 e i 24 anni che non è andata oltre la terza media, secondo i dati Eurostat, nel 2021 era al 12%. E l’Italia si piazza in coda alle classifiche europee, come purtroppo spesso succede nelle tematiche scolastiche, visto che peggio di noi fanno solo la Spagna e la Romania. C’è poi l’altra grave disparità, quella territoriale tra le regioni italiane, con il Mezzogiorno che come sempre sconta un divario netto rispetto al resto del Paese: in Sicilia i ragazzi che non consegue un diploma rappresentano addirittura il 21% del totale. Il traguardo posto dal Pnrr per il 2026 è la riduzione della percentuale di dispersione al 10,2% e al 9% per il 2030. 


Per cercare di ridurre lo squilibrio tra Nord e Sud il ministro Valditara ha varato l’agenda Sud, che prevede uno stanziamento di 256 milioni per potenziare l’offerta formativa nel Mezzogiorno. Il progetto prevede un aumento del numero di insegnanti e un investimento nelle attività extra come sport, musica o teatro soprattutto nelle scuole che operano nei contesti più difficili, individuate con l’aiuto dell’Invalsi.


La decisione della presidente del Consiglio di investire nel sostegno ai ragazzi più bravi sembra ispirata anche dal lavoro della Fondazione Hume e del sociologo Luca Ricolfi, che al tema ha dedicato il suo libro “La rivoluzione del merito”. Ricolfi sottolinea la necessità di rivalutare il merito nella società italiana anche attraverso l’attivazione di un sistema di borse di studio per gli studenti migliori e con meno possibilità economiche. 
 

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