Scuole, Bankitalia accusa: «Strutture inadeguate soprattutto in Campania»

Nell’hinterland di Napoli la situazione peggiore per trasporti, mense e palestre

Scuola, le criticità in Italia
Scuola, le criticità in Italia
Marco Espositodi Marco Esposito
Giovedì 1 Febbraio 2024, 23:30 - Ultimo agg. 2 Febbraio, 17:00
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«Per chi suona la campanella?» La Banca d’Italia si concede per una volta un gioco di parole. Ma il report sulla «dotazione di infrastrutture scolastiche in Italia» - pubblicato ieri sul sito - è scherzoso solo nel titolo. Il tema è serio perché riguarda il trattamento che ricevono gli studenti italiani dall’infanzia alla maturità, con un dettaglio comune per comune che per la prima volta tiene conto del bacino d’utenza di ogni singolo istituto scolastico. E la Campania ne esce malissimo perché è vero che singole criticità si presentano un po’ ovunque, tuttavia oltre la metà è concentrata in una sola regione e in particolare nell’hinterland di Napoli, nelle tante Caivano di quella sorta di “non-città” in cui vivono due milioni di persone e ci sono centinaia di scuole gravemente inadeguate.

Non deve stupire che un ente economico come la Banca d’Italia si occupi di scuola, perché il capitale umano, se valorizzato, «produce innumerevoli vantaggi, di tipo monetario e non monetario». E anche se i mattoni, le strutture, non sembrano l’aspetto principale dell’istruzione, le infrastrutture scolastiche sono un «maestro terzo, che svolge un ruolo non trascurabile nei processi di apprendimento». Le studio firmato da Mauro Bucci, Luigi Gazzano, Elena Gennari, Adele Grompone, Giorgio Ivaldi, Giovanna Messina e Giacomo Ziglio prova anche ad accertare se ci sia un rapporto tra edifici più o meno adeguati e risultati degli apprendimenti degli studenti, raccogliendo elementi che fanno pensare che il legame ci sia, cioè che scuole inadeguate producano studenti meno preparati, tuttavia tale tema sarà approfondito in studi successivi.

Ma quali sono i parametri che portano a bocciare molte scuole della Campania? La prima analisi riguarda le dimensioni degli istituti, considerando ottimali classi di 15-20 alunni. Poi si considera la sicurezza degli edifici e l’età delle strutture scolastiche perché alcuni studi hanno dimostrato che nelle scuole moderne gli studenti sono più assidui. Bankitalia ha poi accertato scuola per scuola la presenza di palestre, mense, spazi ricreativi, laboratori. Sono state poi valutate luminosità nelle aule, qualità dell’aria, esposizione a rumori esterni, temperature elevate. Infine si è studiato l’inserimento della scuola nel contesto urbano con particolare attenzione ai trasporti pubblici. Nel rapporto non manca una verifica degli investimenti pubblici (cioè delle spese in conto capitale, non quelle per il funzionamento) che vedono forti differenze territoriali con valori oltre i mille euro per studente nelle province autonome di Trento e Bolzano e inferiori ai 200 euro per Campania, Sicilia e Puglia

Le disparità sono evidenti. Nella scuola dell’infanzia lo spazio per alunno è particolarmente significativo e si va da 48 metri quadrati del Nordest ai 26 del Mezzogiorno. Nella primaria la presenza della mensa e della palestra è premessa per il tempo pieno (40 ore invece di 27) ma al Sud uno spazio idoneo per la refezione è un’eccezione, perché riguarda solo 28 scuole elementari su 100 mentre al Nord ci si attesta sul 66%. Per le scuole superiori impressiona il dato sul trasporto pubblico. Al Centronord soltanto il 3% degli istituti non è agevolmente raggiungibile con i mezzi pubblici mentre nel Mezzogiorno la quota sale al 17%.

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Mettendo insieme tutti gli indicatori, la Banca d’Italia elabora una sorta di parametro di adeguatezza dei 6.773 istituti scolastici secondari inferiori (scuole medie). La situazione peggiore riguarda l’8% delle scuole perché sono allo stesso tempo scadenti come dotazioni e hanno un bacino d’utenza ampio. La Campania da sola rappresenta il 30% delle criticità nazionali (con 160 istituti pessimi). La stessa analisi è stata effettuata su 5.651 scuole superiori, con il 9% da bollino rosso. Qui la quota della Campania supera la metà del totale nazionale coinvolgendo 260 scuole. In pratica tra medie e superiori in Campania ci sono oltre 400 scuole del tutto inadeguate alle funzioni che dovrebbero svolgere. «Nella sola area metropolitana di Napoli - si legge nello studio - oltre il 60 per cento dei comuni presenta condizioni di grave inadeguatezza all’offerta di infrastrutture scolastiche rispetto alla dimensione della domanda potenziale».

Lo studio si chiude con una riflessione sugli investimenti del Pnrr, che per il settore dell’edilizia scolastica si avvicinano a 12 miliardi, quindi una cifra consistente. Però i finanziamenti «mostrano un parziale disallineamento rispetto ai fabbisogni locali» anche a causa della «scelta di allocare i finanziamenti con procedure competitive basate sulla partecipazione ai bandi».