Unioni civili, Chiesa in ordine sparso: crescono i sì dei vescovi

Il cardinale Angelo Bagnasco
Il cardinale Angelo Bagnasco
di Franca Giansoldati
Domenica 24 Gennaio 2016, 10:02 - Ultimo agg. 10:03
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CITTÀ DEL VATICANO - Avanti tutta, si procede in ordine sparso. Mentre Papa Francesco si sgola (anche venerdì) a ripetere a cardinali, vescovi, parroci e fedeli che bisogna trovare nuovi modi per annunciare al mondo il miracolo della misericordia, che poi in sostanza significa fare capire che l'amore di Dio è rivolto a tutti, compreso gay, transgender e peccatori vari, la Chiesa italiana si sta attrezzando ad affrontare il primo grande appuntamento di piazza senza alcun timbro vaticano.

Il cardinale ultraconservatore Burke davanti alla libertà di coscienza che la Cei lascerà ai vescovi a partecipare alla manifestazione del Circo Massimo, storce il naso. «Il vescovo sarà giudicato da Dio e non dalla conferenza episcopale che, certamente, non è di diritto divino». Sfumature, diversità di vedute.
 
I PARROCI
Di fatto il panorama ecclesiastico in queste ore si presenta alquanto difforme sul territorio, bastano due esempi su tutti. Entrambi parroci. Da una parte don Alessio Geretti, di Udine, che ha fatto avere ai parrocchiani una lettera aperta in cui chiede al maggior numero di persone di mobilitarsi. «Diamo massima diffusione a questo messaggio, facendo presente che in questo momento è veramente importante lanciare all'Italia e al suo Parlamento un appello appassionato, chiaro, pubblico e politicamente rilevante». Dall'altra don Alessandro Santoro, della Comunità delle Piagge di Firenze, a favore, invece, della manifestazione #SvegliaItalia di ieri. «Crediamo sia importante porsi al fianco di queste persone, affinché finisca questa discriminazione».

Il Family Day continua a raccogliere adesioni importanti. E' un banco di prova. Ieri si è registrata la scesa in campo della prima conferenza episcopale regionale, interamente compatta al suo interno. Ha fatto sapere che «intende offrire un contributo al bene comune del Paese». I vescovi del Triveneto fanno presente che la Costituzione italiana attesta «la specificità e la rilevanza unica della famiglia, come società naturale fondata sul matrimonio art.29».
Nessuno vuole essere contro nessuno, ma il ddl Cirinnà non piace. I vescovi sottolineano che difendere la famiglia dovrebbe moltiplicare l'impegno e le «azioni di tutti - in politica, in economia, nel mondo del lavoro, dell'educazione e della scuola - per far sì che la famiglia sia concretamente e maggiormente tutelata e sostenuta nei diversi ambiti di vita civile e istituzionale». Quanto ad altre forme di legami affettivi, essendo per loro natura «diverse» vanno considerate in altro modo dal rapporto d'amore tra un uomo e una donna che - nel matrimonio - «creano famiglia e vivono un impegno stabile e disponibile alla procreazione. A chi vive altri legami affettivi vanno riconosciuti i diritti individuali della persona».

Domani pomeriggio il cardinale Bagnasco parlerà al Consiglio permanente della Cei. La sua prolusione è molto attesa nel mondo cattolico per capire come tratterà l'argomento del Family Day. Diversamente dal passato, stavolta gli argomenti della prolusione non sono stati oggetto di alcuna udienza con Papa Francesco. E se sui contenuti tutti i vescovi sono d'accordo, sulle modalità di far valere la propria posizione si registrano delle differenze notevoli. Bregantini, Galantino, Bassetti forse sono i meno interventisti, i più prudenti. Intanto le adesioni crescono per la prova muscolare della Chiesa italiana.

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