Regina Coeli, in 50mila a San Pietro. Il Papa: «Liberare i sequestrati nelle zone di guerra»

Regina Coeli, in 50mila a San Pietro. Il Papa: «Liberare i sequestrati nelle zone di guerra»
Domenica 10 Aprile 2016, 12:48 - Ultimo agg. 11 Aprile, 09:14
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«Nella speranza donataci da Cristo risorto, rinnovo il mio appello per la liberazione di tutte le persone sequestrate in zone di conflitto armato». Così papa Francesco al termine del Regina Coeli, seguito da oltre 50mila fedeli in piazza San Pietro. «In particolare - ha aggiunto - desidero ricordare il sacerdote salesiano Tom Uzhunnalil, rapito ad Aden nello Yemen il 4 marzo scorso». Del prete di origine indiana, sequestrato durante l'assalto terroristico alla casa per anziani in cui furono uccise quattro suore di Madre Teresa e altre 12 persone, non si hanno notizie certe da allora. 

«La presenza di Gesù risorto trasforma ogni cosa: il buio è vinto dalla luce, il lavoro inutile diventa nuovamente fruttuoso e promettente, il senso di stanchezza e di abbandono lascia il posto a un nuovo slancio e alla certezza che Lui è con noi». Con queste parole Francesco ha commentato l'episodio evangelico della terza apparizione di Gesù risorto ai discepoli, sulla riva del lago di Galilea, con la descrizione della pesca miracolosa. «Da allora - ha sottolineato il Pontefice -, questi stessi sentimenti animano la Chiesa, la Comunità del Risorto, tutti noi siamo la Comunità del Risorto. Se a uno sguardo superficiale può sembrare a volte che le tenebre del male e la fatica del vivere quotidiano abbiano il sopravvento, la Chiesa sa con certezza che su quanti seguono il Signore Gesù risplende ormai intramontabile la luce della Pasqua. Il grande annuncio della Risurrezione infonde nei cuori dei credenti un'intima gioia e una speranza invincibile. Cristo è veramente risorto!».

«Anche oggi la Chiesa - ha quindi aggiunto - continua a far risuonare questo annuncio festoso: la gioia e la speranza continuano a scorrere nei cuori, nei volti, nei gesti, nelle parole. Tutti noi cristiani siamo chiamati a comunicare questo messaggio di risurrezione a quanti incontriamo, specialmente a chi soffre, a chi è solo, a chi si trova in condizioni precarie, agli ammalati, ai rifugiati, agli emarginati. A tutti facciamo arrivare un raggio della luce di Cristo risorto, un segno della sua misericordiosa potenza».

Al termine del Regina Coeli il papa ha ricordato che «oggi in Italia si celebra la Giornata Nazionale per l'Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha per tema 'Nell'Italia di domani io ci saro'
». «Auspico che questa grande Università, che continua a rendere un importante servizio alla gioventù italiana, possa proseguire con rinnovato impegno la sua missione formativa, aggiornandola sempre più alle esigenze odierne», ha detto il Pontefice.

Il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, ha inviato una lettera a nome del Papa al cardinale di Milano Angelo Scola, presidente dell'Istituto G. Toniolo di Studi Superiori, cui fa capo l'Ateneo. «Il mondo si trova ad affrontare sfide sempre più grandi e impegnative che richiedono personalità mature e competenti in grado di spendersi con generosità nei nuovi scenari nazionali e internazionali - vi si legge -. È questa una delle principali finalità delle Università Cattoliche, a cui la Chiesa affida il compito di formare le nuove generazioni alla luce dei principi della fede cristiana e della tradizione cattolica per costruire reti di autentica solidarietà e contribuire al bene comune».

«Senza uno sguardo rivolto ai valori fondamentali della verità, del bene, della giustizia e della pace, che nasce da un'autentica apertura dello spirito, non sarà possibile contrastare le forti spinte al materialismo e al positivismo scientifico che sembrano essere le coordinate dominanti su cui si muovono la cultura e la società del nostro tempo», scrive ancora il card.

Parolin. Per questo «è importante rinnovare ogni sforzo affinchè le nuove generazioni trovino persone, istituzioni e luoghi dove poter realizzare una formazione integrale resa possibile dal dialogo aperto e costruttivo tra fede e ragione, tra i diversi ambiti del sapere e la teologia». «Non meno che nel passato - aggiunge -, è urgente investire nella formazione dei giovani che vivono oggi una stagione di incertezza e di precarietà sia dal punto di vista sociale sia sotto il profilo religioso, come ampiamente documentato dagli studi condotti attraverso il progetto Rapporto Giovani curato dall'Istituto Toniolo e dall'Università Cattolica». 

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