Rieti, peste suina: proseguono i controlli

Mappa delle celle
Mappa delle celle
di Giacomo Cavoli
Lunedì 6 Giugno 2022, 00:10
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RIETI - Quarantuno quadranti da circa un chilometro ciascuno, disegnati nel territorio compreso tra i Comuni di Borgo Velino, Micigliano, Antrodoco, Castel Sant’Angelo e, in minima parte, Cittaducale. 
È lo spazio entro il quale si stanno concentrando da ormai quasi due settimane le battute di perlustrazione, avviate dalla Asl di Rieti insieme soprattutto alle squadre composte da cacciatori locali, alla ricerca di eventuali carcasse di cinghiali che possano risultare contagiati dal virus della peste suina africana, dopo il ritrovamento dell’unico esemplare lungo la Salaria, all’altezza di Borgo Velino, lo scorso 26 maggio.

Le perlustrazioni. Fino a sabato risultavano perlustrati 15 quadranti, perlopiù quelli centrali ricadenti soprattutto nelle zone di Antrodoco, Castel Sant’Angelo e Borgo Velino, luogo del primo – e fino ad ora – unico ritrovamento di una carcassa infetta. Ieri, invece, grazie alla disponibilità nel fine settimana di oltre 30 cacciatori volontari e profondi conoscitori del territorio che hanno offerto il loro aiuto nelle operazioni di perlustrazione, insieme a due guardiaparco del Navegna e alle Guardie Zoofile di “Fare Ambiente”, è stato possibile battere tre celle anziché le due programmate per la giornata di domenica, una nel Comune di Antrodoco e due a Castel Sant’Angelo. 
Al momento manca quindi all’appello la perlustrazione dei restanti 23 quadranti, di cui altri tre in programma per oggi (tra Castel Sant’Angelo e Borgo Velino): operazioni condotte palmo a palmo su ogni singolo chilometro, dunque certosine ma anche molto lente, alla ricerca di eventuali carcasse di ungulati morti a causa della peste, da ricercare soprattutto a ridosso delle zone che offrono la possibilità di abbeverarsi, poiché il virus, causando emorragie interne, fa avvertire ai cinghiali una maggiore necessità di bere. 
Tutte le segnalazioni raccolte fino ad ora, tuttavia, raccontano di avvistamenti di famiglie di cinghiali apparentemente in buona salute o di carcasse rinvenute ai lati della strada, ma sulle quali il test della peste suina ha dato esito fortunatamente negativo.

Rischio macellazioni. Così, a causa di quello che fino ad ora risulta un unico ritrovamento, gli otto Comuni di Borgo Velino, Micigliano, Posta, Borbona, Cittaducale, Castel Sant’Angelo, Antrodoco, Petrella Salto e Fiamignano (e, per l’Abruzzo, di Cagnano Amiterno, in provincia di L’Aquila) sono intanto finiti nella “zona infetta” decretata dal ministero della Salute e la Asl di Rieti ha dovuto contattare tutti gli allevatori di suini dei Comuni interessati per comunicare loro l’avvio del programma di macellazioni che potrebbero essere attuate all’interno del mattatoio di Borbona, se la Regione Lazio emetterà un’ordinanza in tal senso.

Gli interrogativi. E’ quindi naturale che, sia fra i cacciatori che negli ambienti deputati alla gestione dell’emergenza, sia sempre più forte la domanda su come un unico esemplare infetto sia stato ritrovato nel Reatino, scatenando per giunta una nuova crisi per le aziende locali.

Sarà finito lì davvero per puro caso?

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