Peste suina, levata di scudi a Sanza contro la macellazione dei maiali

Al grido «prima i cinghiali poi i maiali» circa 300 cittadini hanno chiesto di non macellare i «suini domestici»

Un cinghiale trovato morto
Un cinghiale trovato morto
di Pasquale Sorrentino
Mercoledì 7 Giugno 2023, 07:00 - Ultimo agg. 07:16
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Al grido «prima i cinghiali poi i maiali» circa 300 cittadini a Sanza e Caselle in Pittari hanno chiesto di non macellare i «suini domestici» come invece è stato ordinato dalla Regione Campania per arginare il dilagare dell’epidemia di peste africana. Due gli incontri tenutisi fino a questo momento, che hanno visto la presenza di una folta platea di cittadini, tra cui allevatori e agricoltori.

Ricordiamo che la conferma di casi di peste suina africana arriva dal ritrovamento e conseguente analisi su tredici carcasse di cinghiali infetti rinvenuti nel comprensorio della Riserva regionale Cerreta Cognole e che ha portato all’istituzione della zona infetta nei Comuni di Buonabitacolo, Casalbuono, Casaletto Spartano, Castelle in Pittari, Montesano sulla Marcellana, Monte San Giacomo, Morigerati, Padula, Piaggine, Rofrano, Sala Consilina, Sassano, Sanza, Teggiano, Torraca, Tortorella e Valle dell’Angelo.

All’incontro di Sanza, oltre all’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Vittorio Esposito, ha partecipato anche il primo cittadino di Rofrano, Nicola Cammarano ed il dirigente medico veterinario della Asl Salerno, Franco D’Orilia. Strenua opposizione da parte dei cittadini all’applicazione della norma che prevede, al momento, la macellazione dei suini allevati da cittadini privati ed aziende nell’area rossa con la contestuale richiesta di una massiccia campagna di individuazione ed abbattimento dei cinghiali, partendo dalle colonie presenti dell’area della Cerreta Cognole.

«Ci faremo promotori di un coordinamento tra tutti i sindaci dell’area rossa, compresi quelli della vicina Basilicata - ha affermato il sindaco di Sanza Vittorio Esposito - per far sentire le nostre ragioni. Siamo molto preoccupati degli effetti devastanti che il piano di contenimento, con i relativi abbattimenti dei suini, creerà sull’intero sistema economico locale. Applicare le norme così come sono state strutturate significherà mettere in ginocchio le nostre comunità. A rischio ci sono decine di aziende di allevamento e centinaia di posti di lavoro. La nostra è una richiesta semplice ma necessaria: si elimini prima il flagello dei cinghiali che scorrazzano nelle nostre campagne e nelle vie dei nostri centri urbani, poi dopo attento monitoraggio degli esemplari di suini allevati, se ci si troverà in presenza del virus, si procederà come necessario. Ma noi tutti non consentiremo, allo stato attuale, di distruggere le nostre già fragili economie». Esposito ha strappato la promessa al presidente Vincenzo de Luca di un incontro, da tenere a stretto giro, con la cittadinanza e gli allevatori.
 

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