«Lo vedi? Il telefono non vibra più come qualche giorno fa. Arrivano meno chiamate. C’è paura tra le ragazze, ma anche i clienti stanno diminuendo dopo che è uscita la notizia del serial killer». No, non è business as usual nel circuito degli appartamenti in cui le ragazze aspettano i clienti. Il mantra è quello del tantra. Un tempo era il massaggio thai la formula magica negli annunci per promettere un incontro sessuale. Oggi è un fiorire di rituali tantrici, in cui è nuda la ragazza ed è nudo il cliente. E l’happy ending viene da sé e in realtà è insito nella filosofia del tantra. Anche per questo nessuna delle ragazze si riconosce nella parola prostituzione. Lucia, 30 anni, arrivata dall’Ecuador un decennio fa, spunta da un elegante appartamento in Prati, non lontano dalle due scene del crimine. Ti accoglie in pantaloni attillati e canottiera. Filiforme, non volgare, ma il particolare che colpisce maggiormente quando apre la porta fa tornare prepotentemente alla mente una popolarissima vecchia telenovela colombiana, “Sin tetas no hay paraíso”. «Mauro, quando pensi di passare?» aveva chiesto mezz’ora prima, rispondendo al numero di telefono pubblicato su un sito di annunci.
CACCIA AL TESORO
Da quel momento, in nome del livello di sicurezza che le ragazze hanno innalzato dopo che sono state uccise tre prostitute, inizia un percorso a ostacoli. «Allora, la via è...», «ok, ma il numero civico?», «quello te lo dico quando arrivi, chiamami quando sei qui vicino». Secondo step: sei sulla strada, chiami, ti dice il numero civico, entri nel portone, percorri il lungo corridoio di marmo, poi ti dice, sempre per telefono, a quale appartamento presentarti. Ti scruta dallo spioncino e ci sono anche delle telecamere che registrano.
LIVELLO
Però il rischio esiste sempre. «Sì, ma anche se vado in discoteca o sull’autobus. Sai cosa penso? Queste tre donne, le due cinesi e la colombiana, poverine, erano diciamo di un livello più basso di quello che solitamente si trova a Prati. Da noi, ad esempio, vengono professionisti, politici, persone importanti. Non ti direi mai il nome. E sono tutti molto educati. A volte parlano e basta, qualcuno ha bisogno di essere ascoltato, c’è chi si mette a piangere. Temo che sia la signora colombiana sia le due signore cinesi, ricevessero chiunque, anche senza il filtro del telefono. Forse nei tabulati non troveranno le tracce della chiamata di quel bastardo. Da me non verresti mai presentandoti senza appuntamento». Posso scrivere il nome Lucia? «Fuori di qui non mi chiamo Lucia. Tutte noi ragazze in fondo abbiamo una vita di riserva. Qui sono Lucia, la ragazza che ti offre di rilassarti e conoscere te stesso con il massaggio tantrico. Fuori ho il mio vero nome, che non ti dico, il mio compagno, i problemi, le bollette, le vacanze, le telefonate con la mia famiglia in Ecuador. Due vite, due nomi».