La 104 a prescindere

La 104 a prescindere
di Federico Monga
Giovedì 5 Aprile 2018, 09:52 - Ultimo agg. 17:19
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Vuoi farti tre giorni di lavoro in meno al mese tutto pagato, contributi compresi, maturando anche un pizzico di ferie? Trovati un nonnetto triste, solitario e compiacente per un'adozione. E affidati alla legge 104. Sembra uno spot di Checco Zalone, in realtà così si è arrangiata, a sentire la denuncia del governatore Nello Musumeci, una nutrita truppa di dipendenti della Regione Sicilia. Poveri untorelli, si sentivano in minoranza rispetto a 2350 (duemilatrecentocinquanta!) colleghi (su 13mila) aventi diritto ai benefici della legge che concede tre giorni al mese di permesso per assistere un parente gravemente malato. È evidente che nel caso degli orfanelli siciliani, in cerca di patria podestà, si tratta di una frode bella e buona. Già conosciamo la tesi dei paladini dei diritti senza se e senza ma: prendersela con la legge sarebbe come dare la colpa ai cavalcavia se qualcuno ci si apposta sopra per tirare giù le pietre. Ci permettiamo di far notare però che l'Italia, secondo i dati Inps del 2017, detiene il record europeo di beneficiari della 104: oltre il 10% dei dipendenti pubblici e più del 7% di quelli privati, con un costo per lo Stato stimato in 725 milioni. Ricordiamo inoltre che, in alcune Regioni, avere la 104 è diventato, non si sa come, un titolo di merito per chi accede alle graduatorie scolastiche. Ma allora non è che una conquista della democrazia si è trasformata, per dirla con Totò, in un diritto a prescindere?
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