Il Fisco che rischia il fiasco

Il Fisco che rischia il fiasco
di Federico Monga
Mercoledì 4 Aprile 2018, 17:55
1 Minuto di Lettura
A partire da metà aprile, fanno sapere dall'Agenzia delle Entrate, 30 milioni di contribuenti italiani riceveranno una nuova letterina. La missiva ha l'intenzione di illuminarci su come lo Stato spenda le nostre tasse. La filosofia è «migliorare il senso di partecipazione dei cittadini troppo spesso considerati solo contribuenti». Non ce ne voglia il direttore dell'Agenzia, Ernesto Maria Ruffini, ma gran parte delle risposte su dove vadano a finire le nostre tasse sono arcinote: al debito pubblico (un'enormità), alle pensioni (un salasso), alla Sanità (tanto e male), per l'istruzione (troppo poco), alla sicurezza e all'ordine pubblico (ancora meno), alla cultura (una mancia), ai servizi generali delle pubbliche amministrazioni (uno sproposito se paragonato ad altri Paesi). Le Entrate, invece, non ci diranno nulla sulla qualità delle Uscite, sull'efficienza della macchina statale, sulle differenze tra il Nord e il Sud del Paese. Perché le tasse (in apparenza) sono uguali per tutti ma gli ospedali, i bus, le scuole e le strade proprio no. E soprattutto nulla ci racconteranno sulle esenzioni fiscali, che in Italia sono addirittura 500, di cui solo 85 destinate alla famiglia e quindi erga omnes. Informazioni che porterebbero davvero trasparenza, mettendo nero su bianco i figli e i figliastri delle tasse e aiutandoci a non prendere troppo il Fisco per un Fiasco.
© RIPRODUZIONE RISERVATA