Nico e gli amici da ritrovare

Nico e gli amici da ritrovare
Venerdì 6 Aprile 2018, 09:33 - Ultimo agg. 9 Aprile, 11:29
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Tra le decine di email che abbiamo ricevuto al Mattino dopo la tragedia di Nico, il ragazzo morto in un burrone a Positano alla fine di una notte in discoteca, molte si chiedevano: «Perché è stato lasciato solo?». «Perché chi è andato a ballare con lui e lo ha visto, ubriaco, spogliarsi e fare cose senza senso, non lo ha aiutato?». Più che interrogativi sono coltellate alle coscienze dei giovani e degli adulti d'oggi sul significato vero di amicizia tra i ragazzi. Dare una risposta netta, per chi veste i panni di una mosca, è montagna troppo alta da scalare. E allora meglio farsi soccorrere dai pensieri di Hans quando, nel capolavoro di Fred Uhlman, «L'Amico Ritrovato», ricorda il primo incontro con Konradin: «Ho esitato un po' prima di scrivere che avrei dato volentieri la vita per un amico, ma anche ora, a trent'anni di distanza, sono convinto che non si trattasse di un'esagerazione e che non solo sarei stato pronto a morire per un amico, ma l'avrei fatto quasi con gioia. I giovani tra i sedici e i diciotto anni uniscono in sé un'innocenza soffusa di ingenuità, una radiosa purezza di corpo e di spirito e il bisogno appassionato di una devozione totale e disinteressata. Si tratta di una fase di breve durata che, tuttavia, per la sua stessa intensità e unicità, costituisce una delle esperienze più preziose della vita». Ma erano altri tempi. Torneranno?

federico.monga@ilmattino.it
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