Morto un tutor se ne fa un altro

Morto un tutor se ne fa un altro
di Federico Monga
Mercoledì 11 Aprile 2018, 09:31 - Ultimo agg. 16 Aprile, 11:34
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Il giubilo degli azzeccarbugli dal piede pesante alla Vettel è durato non più di un paio d'ore. Nel primo pomeriggio dalla Corte d'Appello di Roma è arrivata la classica notizia bomba: «Le Autostrade hanno copiato il sistema Tutor e dovranno rimuovere tutti gli autovelox». Social scatenati e capannelli nei corridoi degli uffici smartphone alla mano. La ditta Craft (con la C al posto della K della maionese) di Greve in Chianti, vincitrice della causa commerciale, è stata subito eletta a santa patrona della libera corsa in libera strada e protettrice del popolo dei Totò e Peppino, che per anni ha applicato vecchi cd sul cruscotto posteriore e pezzi di scotch nero sulle targhe per cercare di ingannare (invano) gli occhi di falco della Polstrada. Qualche avvocatucolo dalla svolta azzardata ha subito invitato a presentare ricorso contro le multe già recapitate nella nostra buca delle lettere. Poi è arrivata la brusca frenata: le Autostrade non rimuoveranno proprio nulla. Pagheranno 500 euro al giorno alla ditta toscana per le tre settimane necessarie a sostituire il sistema Tutor con un modello non coperto dal brevetto. Le multe del passato dovranno essere pagate perché gli autovelox sono tarati correttamente e gli automobilisti nulla possono pretendere da una causa commerciale tra due aziende. Morto un Tutor se ne fa un altro. Fine della corsa.

federico.monga@ilmattino.it
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