Accusato di omicidio in Cilento,
no al processo: «È incapace»

Accusato di omicidio in Cilento, no al processo: «È incapace»
di Carmela Santi
Domenica 14 Novembre 2021, 10:00 - Ultimo agg. 11:31
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Finisce l’incubo per Giuseppe Verdoliva, rinchiuso da oltre un anno nel carcere di Fuorni, accusato dell’omicidio di Francesca Galatro, nata uomo poi diventata donna, ritrovata morta con un’unica coltellata al cuore nell’agosto del 2020 nella casa accoglienza di Vallo. La perizia psichiatrica disposta dalla Corte di Assise di Salerno ha confermato quello che il suo avvocato, Nadia Malandrino, ha sempre sostenuto: «Si tratta di una persona confusa, incapace di esprimersi e di raccontare gli avvenimenti in una corretta sequenza spazio temporale». La perizia psichiatrica ha infatti chiarito l’incapacità di Verdoliva di stare in giudizio e di comprendere le domande che gli vengono rivolte, nè tantomeno le conseguenze delle sue dichiarazioni. «Tutto questo - dice l’avvocato - era stato evidenziato già al momento dell’arresto, ho più volte richiesto di sottoporre il mio assistito a perizia psichiatrica per valutare l’attendibilità delle sue dichiarazioni, richieste mai accolte dagli inquirenti».

Nessuna impronta, movente o riscontro oggettivo, oltre al forte dubbio che si trattasse di suicidio, ma solo ed esclusivamente poche parole sconnesse pronunciate dall’indagato, sono state sufficienti ad elevare una imputazione di omicidio. «Una confessione - dice l’avvocato - resa da una persona incapace.

Finalmente si aprono le porte del carcere e Verdoliva potrà essere curato».

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