Salerno, la nota del Papa che dice sì al battesimo per trans e gay: mai stato negato a nessuno

I sacerdoti salernitani commentano quanto ordinato da Papa Francesco

Papa Francesco
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di Giuseppe Pecorelli
Mercoledì 15 Novembre 2023, 07:18 - Ultimo agg. 16 Novembre, 07:31
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Todos, todos, todos. Quella parola, tutti, papa Francesco la ripete ventotto volte nel discorso pronunciato il 3 agosto 2023 dinanzi a cinquecento mila giovani che affollano il Parque Eduardo VII di Lisbona per la cerimonia d’accoglienza della loro XXXVII Giornata mondiale. Quel «todos, todos, todos» riecheggia nella nota che il Dicastero per la dottrina della fede ha pubblicato lo scorso 31 ottobre in risposta alle domande che, il 14 luglio, monsignor José Negri, vescovo di Santo Amaro, in Brasile, aveva posto, attraverso una lettera, sui temi della possibile partecipazione ai sacramenti del battesimo e del matrimonio da parte di persone transessuali e di persone omoaffettive. La nota, firmata dal prefetto, il cardinale Víctor Manuel Fernández, e controfirmata da papa Francesco, tocca sei punti.

In sintesi: un transessuale può essere battezzato «alle medesime condizioni degli altri fedeli, se non vi sono situazioni in cui c’è il rischio di generare pubblico scandalo o disorientamento nei fedeli»; un transessuale può essere padrino o madrina di battesimo eccetto nel caso in cui «si verificasse pericolo di scandalo, di indebite legittimazioni o di un disorientamento in ambito educativo della comunità ecclesiale»; un transessuale può essere testimone di un matrimonio. Alla quarta domanda, «Due persone omoaffettive possono figurare come genitori di un bambino, che deve essere battezzato, e che fu adottato o ottenuto con altri metodi come l’utero in affitto?», la risposta è affermativa. Va poi “saggiamente ponderata” la possibilità, per una persona omoaffettiva, di essere padrino di un battezzato: in questo caso un limite è la «dichiarata coabitazione more uxorio» (ma questo vale anche per gli eterosessuali, ndr)». Infine, una persona omoaffettiva e convivente può essere testimone di un matrimonio. La nota del Dicastero, fondata sul diritto canonico, fa chiarezza e ordine su alcuni aspetti della pastorale.

«La premessa su cui si fonda tale decisione – commenta don Antonio Pisani, parroco dell’Immacolata, a Pontecagnano Faiano – è l’indiscutibile necessità del battesimo per la salvezza.

Pertanto è doveroso precisare che già prima dell’approvazione di questo documento il battesimo non si negava a nessuno, perché - come ha detto il papa nell’udienza generale dell’11 aprile 2028 - “le porte dei sacramenti non si dovrebbero chiudere a nessuno, soprattutto quando si tratta del sacramento del battesimo che è la porta”».

«Di conseguenza – prosegue don Antonio - ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, può accedere alla grazia santificante che è dono gratuito di Dio, il quale non fa preferenza di persone, ma accoglie tutti. Sappiamo bene l’insistenza di papa Francesco sulla necessità di una Chiesa accogliente, che manifesti il volto misericordioso di Dio che Gesù è venuto a rivelarci, con uno stile di vicinanza, tenerezza e compassione. Questo documento ha il coraggio di riflettere su un aspetto del cambiamento d’epoca in atto e di affrontare le richieste concrete di tanti credenti, senza mancare di coerenza alla verità del Vangelo e alla missione della Chiesa di accogliere e generare nuovi figli, traducendo tutto ciò con una pastorale concreta e accogliente che già da tempo lavora sull’inclusione delle persone omoaffettive e transessuali nelle comunità. Tuttavia, precisa il documento, è necessario procedere senza creare scandalo alla comunità, affidando ai sacerdoti il discernimento sulle motivazioni che muovono il credente e sulla disponibilità ad attuare uno stile di vita coerente con la fede che si professa. A questi provvedimenti che possono sembrare innovativi, ma che di fatto a livello dottrinale non lo sono, bisogna dare una lettura ecclesiale: il testo più volte fa riferimento all’importanza di muoversi con prudenza, senza destare scandalo o disorientamento nella comunità»

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. Don Antonio Romano, parroco a Santa Croce e San Felice, a Torrione, ricorda come il battesimo non sia mai stato negato a nessuno e, sotto un altro aspetto, che la testimonianza nel rito di nozze sia “oculare” e abbia valore civile.

«Più delicata – aggiunge – è la questione relativa al ruolo di padrini e madrine. Tutto, però, va ricondotto a un cammino di fede. Faccio un esempio semplice: puoi fare il maestro di musica se non conosci note e strumenti? Padrini e madrine devono accompagnare il battezzato nel cammino di fede, annunciando e vivendo il Vangelo. Questo vale per tutti, senza differenze». «La Chiesa è madre – aggiunge don Rosario Petrone, parroco a San Demetrio – e accompagna ogni persona curandone la dimensione psichica, fisica e spirituale. Tante volte ci troviamo di fronte persone che vivono sofferenze sotto l’aspetto affettivo. Camminiamo insieme a loro, stiamo accanto a tutti, nessuno escluso, proprio come ci insegna papa Francesco. Il battesimo è grazia che non si può impedire, la testimonianza nei matrimoni non va contro la legislazione canonica. I padrini e le madrine, per poter esercitare il loro ministero, devono credere e vivere una vita di fede».

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