Salerno, i centri anti-violenza nei fortini della camorra

Con il Pnrr sono stati finanziati nel Salernitano 11 progetti per 15 milioni di euro

C'era una volta il fondo Nappo del boss Galasso
C'era una volta il fondo Nappo del boss Galasso
di Monica Trotta
Lunedì 30 Gennaio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 31 Gennaio, 08:00
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Dove c'era una discoteca, nascerà un centro antiviolenza; un materassificio in disuso diventato un ricettacolo di rifiuti, lascerà invece il posto ad una struttura di accoglienza per persone bisognose. L'elemento comune è che si tratta di immobili confiscati alla criminalità organizzata, che si trovano in uno stato di abbandono e che adesso cambiano finalmente volto. Il degrado urbano viene cancellato con un colpo di spugna per far posto a luoghi belli ed ospitali. Posti che un tempo erano simbolo dell'illegalità, iniziano una seconda vita. Erano in mano alla camorra, ora sono patrimonio collettivo, assumono una funzione sociale: vengono infatti destinati al sostegno di donne in difficoltà perché vittime di violenza, a minori a rischio, a sofferenti psichici, ai poveri.

Grazie al bando del Pnrr «per la rifunzionalizzazione dei beni confiscati alle mafie», sono stati finanziati nel Salernitano undici progetti per circa 15 milioni di euro, che mirano al recupero di immobili un tempo in mano alla criminalità organizzata. Due progetti, in particolare, hanno fatto incetta di fondi ed interessano i territori di Pontecagnano e Battipaglia. Il progetto presentato dal Comune di Pontecagnano Faiano ha ricevuto il finanziamento più alto possibile nella categoria dell'avviso pubblico, 2,5 milioni, ed è relativo all'abbattimento dell'ex discoteca Camino Real in via Mar Mediterraneo, avvolta dalle fiamme nel maggio scorso: al suo posto verrà costruito un centro rifugio per donne vittima di violenza. «Il recupero del Camino Real è un'opportunità importante - spiega il sindaco di Pontecagnano, Giuseppe Lanzara - che mette in condizione la nostra città di vedere riqualificata un'area attualmente abbandonata e di riconoscerle un uso sociale, che risponde al sempre crescente bisogno di sostenere le donne vittime di violenza.

Crediamo molto in questo progetto in quanto restituirà decoro al territorio e servizi alle persone che vivono condizioni di fragilità». L'altro progetto record di circa 4 milioni (ottenuti grazie alla procedura negoziale) è stato presentato dal Comune di Battipaglia ed è relativo all'abbattimento dell'ex materassificio di via Catania, dove sarà realizzato un Polo della carità. 

Storia singolare quella della struttura confiscata ad un imprenditore contiguo al clan Maiale diventata un ricettacolo di rifiuti ed un ricovero per tossicodipendenti. Nel 2016 è stata affidata ai parroci, in particolare a don Ezio Miceli e don Michele Olivieri, ma ci volevano molti soldi per il recupero degli immobili. Quei soldi sono arrivati con il Pnrr ed ora finalmente può andare in porto il progetto di housing sociale, con la realizzazione di una mensa dei poveri e di dormitori. Ma Battipaglia di finanziamenti ne ha avuti anche altri tre: 530 mila euro per un centro antiviolenza in un immobile confiscato in via Emilia; 385 mila euro per una casa di accoglienza per donne maltrattate, in un immobile in via Moncharmont ed altri 450 mila euro per una biblioteca comunale ed un asilo nido. Maxi finanziamento di 3 milioni e 400 mila euro a Campagna dove nasceranno in un immobile confiscato alla criminalità, in via Montessori, un centro antiviolenza per donne e bambini e in un immobile in via Gronchi un centro sociosanitario.

Sono tutti dedicati al sociale gli interventi negli altri comuni: a Fisciano in una villa al Parco Donica grazie a un finanziamento di 1.500.000 euro nascerà un centro per le politiche sociali; a San Cipriano Picentino un centro per minori e uno sportello di ascolto (oltre 100 mila euro i fondi); a Giffoni Valle Piana una struttura residenziale per sofferenti psichici (600.000 euro). 

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Singolare la vicenda del Fondo agricolo Nappo di Scafati, con i suoi 12 ettari il più grande bene confiscato a vocazione agricola della provincia di Salerno, una volta proprietà del boss Pasquale Galasso, affidato nel 2018 all'associazione temporanea di scopo Terra Vi.va con capofila l'associazione Alpaa. Grazie ad un finanziamento di 1,5 milioni ottenuto dal Comune, saranno recuperati sette fabbricati. «Abbiamo realizzato già degli orti sociali, coltiviamo il pomodoro San Marzano, facciamo tante iniziative sociali, ma adesso con gli immobili che insistono nel fondo possiamo pensare anche a mettere su una piccola attività di trasformazione dei beni che produciamo» spiega Peppe Carotenuto, presidente di Alpaa.

«È stata una corsa contro il tempo - racconta Riccardo Christian Falcone, responsabile del settore beni confiscati di Libera Campania - Grazie al sostegno di Libera e alla sensibilità del prefetto Francesco Russo a pochi giorni dalla scadenza del bando Pnrr, il consiglio comunale di Scafati ha sanato i fabbricati, consentendo ai tecnici di redarre il progetto e di candidarlo a finanziamento. Era un'occasione troppo importante, il più grande investimento pubblico mai realizzato sui beni confiscati. La Campania ha avuto il maggior numero di progetti approvati, ben 72». 

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