Eboli, schiaffeggiata in classe dalla compagna bulla

Lo sfogo del padre della tredicenne: «Abbiamo già denunciato, mia figlia non vuole più uscire e neanche ritornare a scuola»

Bullismo a scuola
Bullismo a scuola
di Laura Naimoli
Domenica 8 Ottobre 2023, 07:00
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Ancora violenza tra i banchi, nell’ora di lezione. La tredicenne ne esce sfregiata in viso e ferita nell’anima. Le unghie di chi l’ha aggredita le hanno scavato la pelle che sanguina. Le ferite si rimargineranno ma quella della violenza subita, più di una volta, sarà più difficile da superare. C’erano già stati diverbi in passato, epiteti impronunciabili ma mai si era arrivati a tanto. La vittima e chi l’ha aggredita frequentano la scuola secondaria di primo grado. Sono in terza media, a Eboli, hanno entrambe tra i tredici e i quattordici anni

Nell’ora di lezione di un venerdì come tanti la discussione prende il via, probabilmente per motivi futili. Dalle parole, la ragazzina passa alle mani colpendo più e più volte la compagna: prima afferrandola per i capelli, poi prendendola a calci nello stomaco e infine, graffiandola sul volto. Per la veemenza del gesto, addirittura si spezza un’unghia e un suo frammento finisce nell’occhio della malcapitata. Non è chiaro se in classe ci fosse il docente oppure no. Se ne occuperanno gli inquirenti che hanno raccolto la denuncia del padre della ragazzina che già qualche tempo fa aveva denunciato un altro episodio di bullismo ai danni della figlia, quella volta, lontano da scuola, in piazza della Repubblica. È stata la 13enne a telefonare alla madre, da scuola, per raccontarle l’accaduto. Al telefono, lacrime e singhiozzi a toglierle il fiato. La madre l’ha accompagnata subito al pronto soccorso dove è stata sottoposta a eco addome e visita oculistica. Da due giorni, non dorme e non riesce a mangiare. Ha paura di uscire e di tornare a scuola. 

Il padre si è sfogato sui social. «Schiaffi, calci, tirate di capelli. Tanta amarezza, rabbia, sconforto, paura. Notte insonne per la mia piccola - scrive l’uomo - ci attende un percorso lungo e difficile ma da genitori è un atto dovuto. Voglio ricordare a tutti i genitori che se accadono determinati episodi, probabilmente non si è capaci di educare i propri figli e di vigilare sulla loro crescita nel quotidiano. Ai genitori della ragazzina, sempre che tale possa essere chiamata, suggerisco di tenerla lontana dalla mia bambina. Risolveremo questa situazione nelle sedi competenti. Le ferite sul corpo guariranno.

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Per le ferite nell’anima ci vorrà più tempo. Ho voluto rendere pubblica questa sofferenza per essere d’aiuto alle tante famiglie che sono accanto ai loro figli, vittime di bullismo. Mia figlia non è certo la prima a cui è accaduto e non sarà l’ultima. Noi adulti, genitori, dobbiamo trovare un modo per proteggere i nostri figli e per far sì che si fermi tutta questa violenza gratuita, insensata, ingiustificabile».

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