«Sto cercando di capire cosa si può fare. Condivido il giudizio su quella scala che non andava fatta. E francamente non capisco come sia venuto in mente di farla. Purtroppo l'ho appreso quando era stata già messa in opera... ora devo capire che margini di azione abbiamo». Massimo Osanna, direttore generale dei Musei dello Stato e, ad interim, dopo il pensionamento di Marta Ragozzino, dei Musei Campania, esprime da Hong Kong, dove si trova per motivi di lavoro, il suo dissenso nei confronti della mega scala antincendio che deturpa la facciata della Certosa di San Lorenzo, icona di Padula, tra i più antichi edifici certosini in Italia e il secondo più grande in Europa dopo Grenoble.
In questi giorni è stato inondato da denunce primo firmatario l'avvocato Angelo Paladino, presidente dell'Osservatorio europeo del Paesaggio di Arco Latino - e richieste di far demolire immediatamente la struttura metallica, specie dopo la nota di Alessandra Carlini della commissione nazionale italiana per l'Unesco che martedì scorso ha segnalato il caso al ministero della Cultura.
Gli interventi riguardavano, ricorda Gianni Villani, dirigente fino al 2019 della Soprintendenza di Salerno, ente addetto alla tutela del complesso monastico di Padula, il rifacimento delle coperture, il consolidamento del cornicione del Chiostro Grande, il restauro dello scalone monumentale, delle cantine e della chiesa principale, il recupero del Parco, il potenziamento dei servizi con l'uso della tecnologia, l'abbattimento delle barriere architettoniche e la realizzazione di percorsi multimediali e dispositivi virtuali nella Passeggiata coperta, normalmente adibita a spazio espositivo.
L'architetto è stato tra i progettisti dell'operazione, ma non ha visto l'evoluzione perché, sottolinea, «i lavori, appaltati da Invitalia, sono iniziati subito dopo la mia pensione». Guarda amareggiato le foto della scala addossata alle mura esterne del monumento, impattante, mostruosa, un pugno nell'occhio soprattutto dal prospetto del belvedere di Padula paese. E si associa al coro di proteste di associazioni e cittadini, di cui si è fatto cassa di risonanza Vallo Più di Giuseppe D'Amico.
Grida orrore l'ex soprintendente di Salerno, Gennaro Miccio, che, con Vega de Martini e Mario De Cunzo, contribuì negli anni 80-90 del secolo scorso alla riqualificazione e riscoperta di questo luogo unico d'arte e devozione, riconosciuto dall'Unesco patrimonio del mondo. «Sangue e fatica buttati al vento tuona l'ingegnere che di esperienze, vedi il progetto Grandi Uffizi, nel campo dei beni culturali ne vanta a iosa Mi sono battuto per lasciare intatte le pareti della Passeggiata coperta di metà Settecento, architettonicamente superba, contro chi la riteneva a rischio sismico; ora quella dell'ala più lunga è stata gravemente danneggiata da un'apertura a servizio di una scala che più orrida non si può, un balcone che contrasta con l'armonia del luogo e la sua tutela. Un danno enorme e per di più un'opera inutile, visto che la Passeggiata dispone di ben quattro uscite di sicurezza, in conformità con le disposizioni dei vigili del fuoco».