Chiesa dei “Morticelli” a Salerno, è scontro sull’utilizzo

I consiglieri Celano e Di Popolo criticano il punto di comunità del collettivo Blam. Il comitato di quartiere: il vero scandalo è quello delle tante strutture abbandonate

La chiesa dei Morticelli
La chiesa dei Morticelli
di Barbara Cangiano
Giovedì 21 Dicembre 2023, 07:00
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Spazio culturale a servizio della comunità o luogo di divertimento per pochi? La chiesa di San Sebastiano del Monte dei Morti, meglio conosciuta dai salernitani come chiesa dei Morticelli, finisce nuovamente nel mirino delle polemiche. In passato era stata la Fondazione Gatto a segnalare una politica sbilanciata dell’amministrazione comunale, pronta solo in alcuni casi a individuare e fornire spazi per l’organizzazione di eventi, dimenticando completamente l’esistenza e l’operato di altre realtà ugualmente titolate. Nei giorni scorsi è invece toccato, ma su tutt’altra materia, al consigliere comunale di opposizione Roberto Celano (Fi) riaccendere i fari dell’attenzione su quello che, nel tempo, è diventato un punto di comunità.

«La Chiesa cosiddetta dei Morticelli, recuperata grazie a ingenti fondi europei, è stata recentemente trasformata in un “Punto di Comunità”. Nei fatti, però, più che un punto di comunità sembrerebbe trattarsi dell’ennesimo bar che, nel quartiere, fa concorrenza ad altre attività similari, fruendo di spazi comunali - ha sbottato - Allo stato di “pulsione culturale” e di eventi di “portata storica” non c’è ombra. Appare, dunque, non condivisibile che il suddetto monumento sia stato adibito, in sostanza, al “caffè sociale Morticelli”». A dargli man forte anche il collega Filomeno Di Popolo che si è riservato di approfondire i criteri dell’assegnazione della struttura. Critiche che non sono affatto piaciute ai rappresentanti del Comitato centro storico alto, pronti a scendere in campo non solo per difendere l’operato del collettivo Blam, che gestisce lo spazio, ma anche a denunciare la presenza di decine di luoghi che ormai da troppi anni versano nel più totale degrado. «I consiglieri Celano e Di Popolo hanno mai avuto l’occasione di visitare un qualsiasi centro di aggregazione sociale di una qualche città europea? Hanno la minima idea di cosa sia e di come possa funzionare? Non esiste solo la cultura alta dei teatri e dei musei (come se in città ci fosse chissà quale strabiliante offerta) c’è anche l’aggregazione quotidiana fatta di gruppi di conversazione in spagnolo, lavori a maglia, la possibilità per degli adolescenti di sedersi in un luogo pubblico a conversare e fare giochi da tavolo, senza obbligo di consumazione. Queste possibilità di aggregazione in città e in un centro storico a noi sembrano preziosissime. - sottolineano - Si può discutere del modo in cui Blam abbia da anni in assegnazione questo spazio e per quale uso? Certo che se ne può e se ne deve discutere, perché quello degli spazi in città e nel centro storico è un problema atavico che noi come Comitato denunciamo da anni».

I veri scandali, secondo gli esponenti del comitato presieduto da Nello Mainente, sono ben altri: lo spazio della ex bocciofila in Largo Montone «per il quale, dopo numerosi incontri con assessori, lettere, accessi agli atti, l’amministrazione comunale non è stata in grado (o non ha voluto) produrre una convenzione e alcun documento che giustifichi perché sia ancora saldamente nelle mani di una associazione che lo tiene inutilizzato da almeno dieci anni. Lo scandalo è la sede della ex circoscrizione centro storico di via San Massimo in abbandono. Lo scandalo è l’abbandono del parco di via Camillo Sorgente. Lo scandalo è che l’unica biblioteca comunale di Villa Carrara sia chiusa. Lo scandalo è l’Ostello di via Canali chiuso dal 2020. Lo scandalo è la situazione di Palazzo Genovese in Largo Campo. Lo scandalo è l’abbandono e il degrado del giardinetto in piazza Duomo. Lo scandalo è lo sfascio di Santa Maria de Alimundo, S. Filippo Neri, Palazzo San Massimo, ex carceri. Lo scandalo è che nonostante le ripetute ed infinite promesse questa amministrazione comunale non sia ancora riuscita a dotarsi di un regolamento che permetta di assegnare in modo trasparente gli spazi alle realtà che ne facciano un uso a vantaggio di tutta la cittadinanza».

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Intanto il collettivo Blam anticipa che ha preso il via un lavoro con gli studenti del corso di laura Community Design impegnati a misurarsi in “Valutazione per l’innovazione sociale” proprio con il caso studio de iMorticelli
 

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