Cicerale, per Lucio stop terapie fuori regione. L’appello: «Ridategli la sua vita»

Quarant'anni, muto e non vedente, era assistito dalla Lega del Filo d'Oro in Puglia

Lucio Tesoniero con la mamma Anna Maria Di Biase
Lucio Tesoniero con la mamma Anna Maria Di Biase
di Carmela Santi
Venerdì 24 Febbraio 2023, 06:25 - Ultimo agg. 14:46
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«Caro Presidente la prego con tutto il cuore di venirmi incontro e di aiutarmi. Sono una madre disperata che vede soffrire il proprio figlio senza poter fare niente. Sacrificherei la mia vita pur di sapere che mio figlio è nelle mani giuste, mani che purtroppo non sono le mie, perché io sono impotente. La vita già è stata troppo dura con lui e con noi genitori». È la toccante lettera partita da Cicerale ed indirizzata al governatore De Luca. Porta la firma di Anna Maria Di Biase, mamma di Lucio Tesoniero, un ragazzo di 40 anni che sin dalla nascita combatte contro un grave ritardo mentale, é non vedente, muto e presenta anche dismorfismi scheletrici multipli. I suoi genitori sono disperati e preoccupati per il futuro di Lucio. Quando loro non ci saranno più chi si prenderà cura del loro figlio. 

L’incubo della famiglia di Cicerale è iniziato un anno fa circa quando l’Asl di Salerno adeguandosi a disposizioni regionali non ha potuto rinnovare la permanenza di Lucio presso il centro della Lega del Filo d’oro di Molfetta in Puglia. Per l’azienda sanitaria, Lucio doveva essere spostato presso un centro di Sala Consilina, una semplice residenza sanitaria per disabili «assolutamente non in grado di fornire l’assistenza di cui mio figlio ha bisogno» ribadisce la mamma nella lettera.

La donna spiega anche il perché: per circa quindici anni Lucio è stato seguito ed aiutato presso le strutture della Lega del Filo d’Oro. Qui ha avuto la possibilità di svolgere tante attività che lo hanno aiutato a mantenere una sorta di equilibrio grazie alle persone competenti in grado di gestire ogni tipo di esigenza legata alla sua situazione. «Persone che ringrazio - dice la mamma - perché lo hanno aiutato a migliorare e a comunicare. Sono riuscite a renderlo autonomo quando mangia, lo hanno aiutato a migliorare la capacità di orientarsi, lo hanno aiutato con la fisiokinesiterapia, con l’idrokinesiterapia nella piscina del centro e, grazie alle uscite settimanali Lucio ha imparato anche socializzare». 

Lucio non può più andare a Molfetta perché è un centro extra regionale.

Deve essere assistito sul suo territorio. I genitori non lo hanno trasferito a Sala Consilina, è a casa ma i genitori anziani hanno bisogno di aiuto. Da qui l’appello della mamma al presidente De Luca «le chiedo solo di aiutarci, per garantire a Lucio un minimo di serenità, perché non ha scelto lui di trovarsi in questa situazione. Mio figlio ha bisogno di continuare il trattamento presso il centro di Molfetta. Non abbiamo alternative e certamente non siamo in condizioni di poterlo gestire a casa. Presidente per favore, la imploro, mi aiuti».

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