Amina, fuga per la libertà dal Cilento: «Picchiata da mia sorella perché vesto occidentale»

Attraverso la piattaforma GoFoundMe, Amina ha chiesto aiuto economico: i fondi raccolti verranno utilizzati per la sua istruzione

Amina col sindaco di Castelnuovo Cilento
Amina col sindaco di Castelnuovo Cilento
di Carmela Santi
Sabato 22 Luglio 2023, 07:05 - Ultimo agg. 23 Luglio, 08:56
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Schiaffi, calci e minacce. Parole e gesti pesanti che Amina non dimenticherà mai più. «Sei una poco di buono, sei la nostra vergogna, era meglio se ti uccidevi». La vita di una ragazza di 18 anni che improvvisamente si trasforma in un incubo colpevole solo di voler vivere liberamente. I suoi sogni, le sue ambizioni, il tenero amore per un ragazzo devono fare i conti con le sue origini. Amina è nata a Vallo della Lucania in provincia di Salerno ma da famiglia marocchina. È cittadina italiana e conosce bene la costituzione italiana. Le è stata consegnata qualche settimana fa dal sindaco di Castelnuovo Cilento dove risiede da quando è nata. Tre mesi fa, quando la mamma e la sorella, scoprono il suo fidanzamento con un compagno di scuola per Amina tutto è cambiato. Appena maggiorenne, si è ritrovata sola a combattere sola con il mondo. Ricorda bene quel giorno quando da rientro a scuola nulla è più stato lo stesso. Ha provato subito una paura indescrivibile. 

«Mia sorella - racconta - ha iniziato a picchiarmi in faccia e a tirarmi per i capelli portandomi a terra.

Io riuscivo solo a piangere non riuscivo a difendermi. Non volevo farlo. I colpi aumentavano di forza e frequenza ma non riuscivo a sentire dolore. Le parole mi colpirono più forte dei pugni che ricevevo in continuazione. Sentivo solo: Invece di pensare alla scuola pensi a fare la poco di buono in giro, non sei più la brava ragazza che conoscevamo, perché non sei morta con nostro padre otto anni fa, ora ti odiamo tutti e per noi sei morta». Amina ha dovuto sentirsi dire le cose peggiori per tutto quel giorno e nei mesi successivi. Le hanno immediatamente sequestrato il telefono. «Mia sorella mi continuava a ripetere che se fosse stata in me si sarebbe suicidata dopo quella vergogna. Hanno preso tutti i miei vestiti aderenti e corti e li hanno strappati e bruciati. Mia madre non riusciva più a guardarmi e a tenermi la mano. Io continuavo a ripetere che ero sempre sua figlia ma lei non mi rispondeva». Amina ha resistito fino all'esame di maturità poi ha deciso di allontanarsi perché i suoi familiari «avevano in mente di portarmi dal dottore per controllare se fossi ancora vergine. Se non fossi stata vergine avrebbero subito riparato l'errore che avevo commesso facendomi sposare qualcuno all'istante. Non erano minacce al vento, sapevo che non erano mai stati più seri di così». Subito dopo l'esame orale si è allontanata da casa. I familiari si sono rivolti alle forze dell'ordine. Amina il giorno dopo è ritornata ma non è rientrata a casa. Ascoltata la sua storia gli assistenti sociali l'hanno portata in una struttura protetta, ma non riuscendosi ad ambientare Amina ha deciso di andare via. «Ora sono da sola - ha fatto sapere - con pochi soldi e devo pensare al mio futuro». 

Attraverso la piattaforma GoFoundMe, ha chiesto aiuto economico e i fondi raccolti verranno utilizzati per la sua istruzione: Amina vuole iscriversi alla facoltà di medicina, lo ha promesso al papà che non c'è più Una storia incredibilmente triste che ha scosso la comunità locale di Velina. Il sindaco di Castelnuovo, Eros Lamaida, ricorda bene il volto radioso di Amina quando poche settimane fa le ha conferito la cittadinanza italiana «Amina è una splendida ragazza piena di vita, radiosa, che vive nella nostra Comunità. Ricordo la sua emozione, la sua felicità. Era elegantissima nella semplicità e leggerezza profonda dei suoi diciotto anni. Le donammo, durante la cerimonia , una copia della Costituzione. La strinse tra le mani con cura. Ciò che mi sento di dire ad Amina è che noi ci siamo, siamo tutti con lei, tutto il Cilento la sostiene e che non deve assolutamente perdere la speranza di realizzare il suo sogno, per quanto grande può essere l'ostacolo che dovrà superare. Solidarietà alla ragazza anche da parte dei suoi connazionali». «Amina - le parole di uno zio marocchino che vive a Velina - è nata in Italia, vive qui ed ha tutto il diritto di portare avanti la sua vita in libertà. Ho una figlia della stessa età. La lascio libera». 

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