Il Ruggi sotto assedio Covid e cure, tornano le ambulanze in coda

Il Ruggi sotto assedio Covid e cure, tornano le ambulanze in coda
di Sabino Russo
Lunedì 28 Marzo 2022, 09:03 - Ultimo agg. 29 Marzo, 10:44
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Di nuovo le ambulanze in fila all'esterno del pronto soccorso del Ruggi. Erano sette i mezzi di soccorso, ieri pomeriggio, in attesa di sbarellare i pazienti. Iperafflusso e necessità di effettuare il tampone a tutti hanno riportato alla mente scene che non si ripetevano da un anno. Sfondano quota 10mila, intanto, i contagi rilevati nel salernitano negli ultimi sette giorni. Di questi, 1426 sono stati comunicati ieri dall'Unità di crisi della Regione, che portano la conta complessiva a 231mila 701.



Sembravano scene dimenticate. Complici le ottime percentuali di vaccinati, che hanno fatto crollare l'incidenza dei casi gravi, e la paura diffusa di recarsi in ospedale a causa del covid, era quasi un anno che all'esterno del pronto soccorso non si registravano file di ambulanze. Ieri pomeriggio, invece, erano sette i mezzi di emergenza in attesa, a cui ha contribuito un ritrovato iperafflusso e la necessità di effettuare i tamponi a tutti. Una situazione che ha riproposto un nervo scoperto da tempo e per il quale, appena una settimana fa, il Ruggi ha presentato un progetto per ridurre la «sproporzione tra domanda sanitaria e risorse disponibili in pronto soccorso». Il progetto parte l'1 aprile prossimo, fino al 30 giugno, per rispondere ai 140mila accessi all'anno. Attualmente, si stima che le visite eseguite in pronto soccorso per pazienti non urgenti siano comprese tra il 33 e il 50 per cento. Il flusso inappropriato genera il noto problema del sovraffollamento. Gli effetti negativi di questo fenomeno possono manifestarsi con una ridotta efficienza dei processi di valutazione e trattamento, un incremento dei tempi di attesa e del fenomeno dell'allontanamento dal reparto prima del completamento del percorso clinico. Le cause non sono imputabili, però, unicamente agli accessi impropri, ma anche all'impossibilità di inviare nei reparti i pazienti che necessitano di ricovero. Pertanto si assiste all'aumento dell'attesa, cioè il tempo che passa tra la registrazione al triage e la prima visita, all'allungamento dei tempi per esami diagnostici, all'allungamento della permanenza, che può spingersi anche fino a diversi giorni. Il Ruggi, poi, deve far fronte a una mancanza di personale medico in pronto soccorso pari a 25mila320 ore l'anno. Per questo motivo, sta sondando la disponibilità dei dirigenti medici dell'azienda che operano in altri reparti in discipline equipollenti a effettuare turni in pronto soccorso, per garantire un potenziamento dell'offerta assistenziale nei picchi di iperafflusso.

Come si temeva, stando al trend delle ultime settimane, sfondano quota 10mila, intanto, i contagi rilevati nel salernitano negli ultimi sette giorni, che si chiudono con un saldo di 10mila 643 casi. La scorsa settimana sono stati 9mila 252 i positivi registrati, circa 2750 in più rispetto alla seconda settimana di marzo. I primi sette giorni si sono chiusi con 4mila 304 infettati. Tra la quarta e la terza settimana di febbraio si era contata, invece, una riduzione di poco meno di 2mila contagi. I sette giorni dal 14 al 20 febbraio si sono chiusi con 7mila positivi, che a loro volta hanno fatto contare 2mila 350 infettati in meno rispetto alla settimana precedente, che ha fatto rilevare un saldo di 9mila 344 casi. I primi sette giorni di febbraio, invece, si sono aperti con 11mila 500 positivi. Allargando lo sguardo al mese di gennaio e confrontando i dati degli ultimi 15 giorni di febbraio, sono circa 20mila i contagi in meno rispetto alla terza settimana di gennaio, quando i positivi erano stati 22mila196, e quasi 12mila rispetto alla quarta, che si è chiusa con un saldo di 15mila 985 contagi. A marzo, finora, sono già 30mila 699 i contagi rilevati e all'appello manca ancora quattro giorni. Sono 7mila 471 i contagi in Campania. Non si registrano morti. I nuovi casi sono stati individuati su 12mila 119 tamponi molecolari e 32mila 145 antigenici. I pazienti ricoverati in ospedale in area non critica sono 656. I malati in terapia intensiva sono 42.
 

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