Delitto di Ravello, la perizia
«Patrizia fu massacrata di botte»

Delitto di Ravello, la perizia «Patrizia fu massacrata di botte»
di Angela Trocini
Sabato 13 Maggio 2017, 07:55 - Ultimo agg. 08:07
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Patrizia Attruia, rinvenuta cadavere nel suo appartamento a Ravello nel pomeriggio del 27 marzo 2015, è stata ammazzata di botte. E di certo non è stata stordita prima di essere uccisa.
A smentire che le sia stata somministrata una forte dose di tranquillanti è stata la perizia del tossicologo Carmelo Furnari e del medico legale Giovanni Arcuri. La perizia, disposta dai giudici della Corte di assise di Salerno davanti ai quali è imputata per omicidio Vincenza Dipino, ha anche escluso lo strozzamento con le mani: evidente è un colpo (pugno) sferrato alla fronte della vittima da una mano che quasi certamente indossava un anello a forma rettangolare (la cosiddetta «mano guantata») mentre il colpo alla gola sarebbe stato dato da un oggetto contundente, forse un bastone, ma non è escluso anche un avambraccio. Non sono stati riscontrati graffi ma un segno potrebbe essere stato provocato da una catenina che la vittima aveva al collo.
Solo uno, però, dei tanti riscontrati: i periti, infatti, sono molto dubbiosi che una catenina abbia potuto provocare le altre lesioni. Dagli elementi iconografici non si è potuto stabilire se i segni sul collo dell’Attruia siano stati provocati da due persone diverse (a gennaio scorso Giuseppe Lima, che aveva una relazione parallela con le due donne, è stato arrestato per concorso in omicidio e non solo quindi - come ipotizzato all’inizio - per aver aiutato la Dipino a nascondere il cadavere dell’Attruia in una cassapanca). Tantomeno è stato possibile ricondurre le lesioni contusive all’azione di un soggetto di sesso maschile o femminile. Una cosa appare scontata: alla vittima sono stati inferti una serie di colpi, fino ad ucciderla. Presente al processo, ieri mattina, l’imputata che si è sentita male in aula: la Dipino, difesa dagli avvocati Marcello Giani e Stefania Forlani, potrebbe essere ascoltata all’udienza di lunedì 15 maggio.
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