Era tornato libero da due mesi, arrestato pusher dopo rocambolesco inseguimento

Le intenzioni di Giuseppe Stellato erano di controllare le attività più redditizie a Salerno

La droga sequestata a Pastena
La droga sequestata a Pastena
di Petronilla Carillo
Martedì 29 Novembre 2022, 06:55 - Ultimo agg. 18:56
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Rocambolesca, quanto inutile fuga, di un giovane spacciatore per le vie di Pastena. Alessandro Santoro, personaggio già noto ai carabinieri perché arrestato lo scorso luglio in un blitz contro l’estorsione e lo spaccio di droga gestito dagli Stellato, non si è fermato all’alt imposto dalla pattuglia dell’Arma e ha proseguito la sua fuga, lanciando da finestrino un pacchetto poi recuperato: conteneva droga.

Da due mesi gli erano stati revocati gli arresti domiciliari e lui, una volta tornato ad essere libero, ha subito ripreso l’attività.

Per questo motivo non si era fermato dinanzi alla paletta dei carabinieri della compagnia Salerno (agli ordini del maggiore Antonio Corvino e del tenente Manlio Malaspina). I militari, però, non si sono persi d’animo: lo hanno inseguito per le vie secondarie di Pastena e lo hanno bloccato. Santoro ha anche tentato di reagire, aggravando così la sua posizione: infatti, oltre alla detenzione ai fini di spaccio, la procura di Salerno gli ha contestato anche la resistenza e minaccia a pubblico ufficiale. Nell’involucro lanciato dal finestrino della sua auto, i carabinieri hanno trovato ben 50 dosi di eroina, per un totoale di 12 grammi. Altre 30 dosi, tra eroina ed hashish, gli sono state trovate nel corso di una successiva perquisizione. 

La sua posizione ora si aggrava. Il giovane, difatti, ancora deve essere sottoposto a giudizio dopo il blitz di questa estate, messo a segno proprio dai carabinieri, che portano alla luce le sei piazze di spaccio tra Pastena e Torrione, su cui Giuseppe Stellato pretendeva una tangente. 

Questa estate i carabinieri del comando provinciale, portarono alla luce una serie di affari illeciti gestiti da Giuseppe Stellato anche da dietro le sbarre del carcere. Gli spacciatori non erano nemici, alcuni (anzi) anche parenti, ma dovevano pagare a «Papacchione» e ai suoi più stretti collaboratori un importo per «stare in quel luogo»: non c’era una somma di denaro fissa, a volte si pagava anche in droga che, poi, veniva quasi sicuramente rivenduta. Le intenzioni di Giuseppe Stellato, che nel tempo ha assunto una posizione predominante riallacciando rapporti con svariati pregiudicati salernitani per formare un gruppo criminale, secondo quanto accertato dagli investigatori, erano quelle di assumere il controllo delle attività più redditizie nella zona orientale di Salerno: dallo spaccio di droga al controllo del mercato ittico e della distribuzione del caffè. Progetto stroncato sul nascere dai carabinieri.

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