Pontecagnano Faiano, ore di angoscia per Francesco Flauto aspettando notizie giudiziarie dalla Romania

Il giovane di Pontecagnano Faiano attende di sapere se il procuratore ha depositato appello contro la sentenza di condanna

Francesco Flauto
Francesco Flauto
di Petronilla Carillo
Mercoledì 7 Febbraio 2024, 06:20 - Ultimo agg. 16:14
4 Minuti di Lettura

Sono ore di attesa e di paura per la famiglia di Francesco Flauto, il ragazzo di Pontecagnano Faiano malato e detenuto nel carcere di Porta Alba di Costanza in Romania. Nelle prossime ore si saprà se il procuratore romeno ha presentato appello contro la sentenza di primo grado che lo ha condannato a 4 anni e due mesi di reclusione per spaccio e traffico internazionale di droga. Dopo che la sua storia è venuta fuori, il suo legale, l’avvocato Michele Sarno avrebbe ricevuto segnali confortanti da diverse istituzioni italiane che, per ora, preferiscono essere solo informate su quanto sta accadendo, anche loro in attesa di una risposta sull’iter giudiziario. Flauto, secondo il suo legale, sarebbe stato costretto, al momento dell’arresto, ad ammettere tutte le accuse anche se alcune non sarebbero fondate. Un sistema penale diverso, al quale il ragazzo si è dovuto adeguare anche se la droga non l’ha importata dall’Italia ma l’ha acquistata in Romania. Del resto la ketamina è una sostanza molto utilizzata proprio in quel Paese. Francesco al momento ha trascorso otto mesi in quel carcere, nonostante le sue precarie condizioni di salute. La famiglia ha avuto difficoltà a fargli pervenire il vestiario e, nel corso della sua detenzione, ha anche contratto una brutta infezione dal momento che è un soggetto fragile bisognoso di cure e di una alimentazione corretta. 

In quel carcere Francesco Flauto ha incontrato un altro connazionale, Filippo Mosca, arrestato un mese prima di lui con le stesse imputazioni. Originario di Caltanissetta, Mosca ha avuto una pena di otto anni e sei mesi e la madre, dalla Sicilia, ha portato all’attenzione pubblica i disagi che subisce il figlio in quell’istituto detentivo: celle piccole, sovraffollate, violenze fisiche da parte degli altri detenuti.

Anche nel caso di Mosca il suo legale ha chiesto l’estradizione senza ottenerla e ha anche annunciato ricorso per la violazione dei diritti umani alla Cedu. Filippo vive in condizioni disumane da quasi un anno: per lui la procura ha presentato appello che inizierà soltanto ad aprile. Nel caso in cui anche per Francesco Flauto dovesse proporsi lo stesso iter, però, sarebbe un problema a causa della sua condizioni di salute: il ragazzo 32enne di Pontecagnano non ha tutto questo tempo. Anche lui, come Filippo, era in una cella con ventiquattro persone ed è stato spostato in una a sei posti soltanto dopo lo scandalo sollevato dal caso di Filippo Mosca.  

Francesco Flauto viene tratto in arresto il 30 aprile 2023 con la contestazione di spaccio di sostanze stupefacenti aggravato dall’aver importato la sostanza da altro paese straniero. Eppure al suo arrivo in Romania era sottoposto ad un’accurata ispezione corporale che dava esito negativo: non aveva portato droga dall’Italia. Ma la droga, la ketamina nello specifico, è stata ritrovata nella sua stanza d’albergo e ci sarebbero anche intercettazioni con «clienti» che lo inchioderebbero all’attività di spaccio. Il ragazzo comunque non nega questo e decide, al momento dell’arresto, di dare agli investigatori romeni anche il numero di cellulare di chi gli avrebbe procurato quella sostanza. La sua difesa in più occasioni (per ben 7 volte) ha avanzato richiesta di revoca o gradazione della misura sulla scorta del corretto comportamento processuale tenuto dall’imputato e delle gravissime patologie tumorali da cui è affetto (patologie tumorali e la mancanza di un rene). Ma, nonostante ciò, non gli vengono concessi neppure gli arresti domiciliari nonostante la famiglia avesse provveduto a depositare un regolare contratto di fitto relativo ad un’abitazione dove poterlo far alloggiare. Se non verrà proposto appello l’avvocato Sarno potrà riproporre i domiciliari e poi l’estradizione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA