Morto Raffaele Capasso, il prof
«fuoriserie» di diritto privato

Morto Raffaele Capasso, il prof «fuoriserie» di diritto privato
di Silvia De Cesare
Lunedì 28 Dicembre 2020, 06:05 - Ultimo agg. 09:11
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Un tono di voce inconfondibile, uno sguardo che racconta esperienza, un sorriso di chi ama la vita. È il ritratto di Raffaele Capasso, l’avvocato di Napoli che a Salerno aveva trovato tutto: due volte l’amore e la sede del suo amato lavoro, oltre quaranta spesi nell’attività forense, alla quale ha affiancato anche la docenza di diritto privato all’Università di Salerno (nel periodo degli esordi al fianco del professore Vincenzo Buonocore di cui fu fedele allievo). 71 anni, si è spento ieri presso il Cotugno di Napoli per delle complicanze cardiache. Terrorizzato dal Covid ha fatto di tutto per non andare in Ospedale, trascurando anche il cuore che dopo 18 giorni di ricovero ha ceduto per sempre. Attorno a lui una famiglia allargata che lo ha amato e continuerà ad amarlo profondamente, ricordandone la grande persona che era, l’innata intelligenza, la simpatia, la bontà, la prontezza di spirito. 


IL PERSONAGGIO
Per sedici anni è stato marito di Pina Testa, l’etoile salernitana con la quale aveva condiviso gli applausi dei grandi palcoscenici e due adorati figli, Raffaele Maria (che senza pensarci due volte ha deciso di percorrere professionalmente la stessa strada del padre nella speranza di onorarne nome e carriera) e Fortuna, nata dopo il rocambolesco incidente della danzatrice, arrivata come la grande gioia dopo un lungo momento di grande paura.

A lei lo legava un rapporto viscerale, scandito da abbracci spesso muti. Raffaele Jr invece era pronto a farsi accompagnare all’altare dal suo papà, da sempre e per sempre la sua guida in tutto. Il 12 giugno scorso poi si era unito in secondo nozze con Elettra Somma, anche lei avvocato: si amavano da 22 anni, e quel giorno ad onorare la celebrazione non mancava nessuno. «Aveva un carattere difficile – racconta Elettra – ma era la persona più buona del mondo. Amava il suo lavoro e i suoi studenti lo ritenevano un fuori serie». Era riuscito mettere in piedi due aziende di allevamento da cavalli da trotto, amico, tra gli altri, di Emilio Fede, custodiva pochi rituali: una passeggiata all’alba e la messa tutti i giorni a Salerno come a Napoli, la città dove stamattina alle 12.30 nella chiesa di Santa Lucia saranno celebrati i funerali. Per quei pochi che non lo conoscevano, l’anno scorso era diventato il giurista (in pensione) del popolo con quel video virale in cui, in mutande, si affacciava senza remore al balcone per parlare con il premier Conte. Non un saluto fugace, ma una vera e propria chiacchierata tra colleghi dirimpettai e una richiesta ben precisa: la traduzione in decreto d’urgenza del disegno di legge 788 del 2018, a firma del senatore Urso, sui crediti in sofferenza e la «redenzione» del debitore. «Vorrei vedere tanta gente tornare a sorridere» così aveva motivato quell’affacciata surreale. 

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