Movente passionale dietro l'agguato alla sorella del boss Desiderio

Movente passionale dietro l'agguato alla sorella del boss Desiderio
di Daniela Faiella
Venerdì 24 Luglio 2015, 22:45 - Ultimo agg. 25 Luglio, 08:28
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SCAFATI - Nessun collegamento con i circuiti della mala locale, ma questioni di natura personale dietro il ferimento di Filomena Desiderio, sorella incensurata del pluripregiudicato Salvatore, più noto come «Sasà ’o barbiere», oggi in carcere, ritenuto vicino al clan Matrone. L’agguato, scattato il 13 luglio scorso sotto casa della vittima, in via De Gasperi, sarebbe maturato per questioni sentimentali che riguarderebbero un familiare della donna. Questa la pista più accreditata dagli investigatori a dieci giorni dai fatti. Filomena, 52 anni, sarebbe stata «punita» per una vicenda sentimentale che coinvolge un familiare.

Un dato è certo: la sorella di Sasà è stata sparata a distanza ravvicinata da un uomo che era con una donna. Proprio quest’ultima, intorno alle 23.30 di quel lunedì sera, citofonò a casa della 52enne chiedendole di scendere in strada per un’imbasciata. La Desiderio ebbe giusto il tempo di uscire dal portone della palazzina di via De Gasperi e si trovò di fronte lo sconosciuto con una pistola in pugno che fece fuoco due volte, colpendola al piede destro. Poi scappò con la complice a bordo di una Fiat punto. Fin dal primo momento i carabinieri di Scafati e i colleghi del reparto territoriale di Nocera Inferiore avevano avuto il sentore che l’agguato poco avesse a che fare con i circuiti del malaffare nei quali ha sempre operato il fratello Salvatore e che quella scomoda parentela non potesse da sola giustificare un simile regolamento di conti. La vita pulita, senza macchie, di Filomena Desiderio e dei suoi familiari li aveva indotti a cercare risposte altrove, scavando nella vita privata della donna.








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