Movida di Carnevale, chiuse due piazze:
anche Santa Teresa è off limits

Movida di Carnevale, chiuse due piazze: anche Santa Teresa è off limits
di Barbara Cangiano
Martedì 16 Febbraio 2021, 06:25 - Ultimo agg. 17 Febbraio, 08:36
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È cucita addosso alle abitudini dei giovanissimi l’ultima ordinanza con la quale il sindaco dispone, per la giornata di oggi, dalle 9 alle 22, la chiusura di tre luoghi simbolo della movida under venti: largo Abate Conforti, piazza Sant’Agostino e l’arenile di Santa Teresa. Vincenzo Napoli non aveva fatto mistero di essere molto preoccupato per gli assembramenti che avrebbero potuto verificarsi nel giorno di Carnevale e così, dopo essersi consultato con prefetto e questore ed aver disposto una adeguata rete dei controlli, ha deciso di transennare i tre spazi all’aperto dove, indipendentemente dalle variazioni cromatiche attribuite in questi mesi alle regioni, la popolazione giovanile di riunisce per bere, chiacchierare e aspettare lo scoccare delle 22 prima di fare ritorno a casa.
IL LUNGOMARE
L’ipotesi di blindare anche il lungomare finisce in una fumata nera, ma, assicurano da Palazzo di Città, la passeggiata sarà controllata dagli agenti della polizia municipale e dagli uomini della Protezione Civile. Più che la sfilata di baby mascherine e relativi genitori, preoccupa infatti la movida non autorizzata, quella fatta di canne e baci rubati, bottiglie acquistate al supermercato, mascherine abbassate e zero distanziamento, in pratica quella che ha ricreato, anche in zona rossa, l’atmosfera dei bar e dei locali chiusi nelle piazze. Cosa accadrà stasera? «Se sguinzaglieranno un po’ di agenti in giro, a piedi e preferibilmente in borghese, forse andrà tutto liscio – commenta Diana Santarcangelo, residente del centro storico – Altrimenti sarà l’ennesima farsa. I ragazzi scavalcano le transenne, occupano la scalinata di Santa Sofia e i portici di Sant’Agostino che comunque dovranno essere lasciati liberi per consentire l’accesso al market. Vietare non basta. Devono scattare le multe, altrimenti non usciremo mai più da questo incubo». Il provvedimento salvaguarda infatti la possibilità di raggiungere le attività commerciali che insistono sulle zone da blindare. «Ci adeguiamo alle regole – dice Luigi Romano dello chalet Santa Teresa – e proviamo ad andare avanti. La priorità è uscire al più presto fuori da questa emergenza, dunque se qualche piccolo sacrificio serve per evitare un’ulteriore crescita dei contagi, lo facciamo con la speranza di iniziare a progettare la ripresa».
LA POLEMICA
Ma c’è anche chi non concepisce più le restrizioni e punta il dito contro atteggiamenti bollati come allarmistici: «Ormai mi sono arreso – ammette Marco Lanzillo del bar Kantiana di largo Abate Conforti – Siamo in balia di decisioni incomprensibili e senza nessun supporto da parte di tutti i livelli istituzionali.

Dopo dodici mesi di sacrifici, sono in causa con la proprietaria del mio locale per via dei fitti arretrati. Con il coprifuoco alle 22, per attività come la mia che vivono di notte, è impossibile andare avanti. Ora ci si mette anche questa ulteriore batosta. Sì, lasceranno libero il passaggio per accedere ai locali, ma è evidente che si perderà clientela. È Carnevale e avremmo potuto registrare un bel movimento di mamme e bambini in piazza. Invece sarà l’ennesima giornata persa. In compenso si riverseranno tutti, come accade ormai ogni week end, tra il corso e il lungomare, dove i colleghi potranno sperare di fare cassa». E proprio nelle ore in cui gli scienziati fanno pressing per un nuovo lockdown, temendo l’incidenza della cosiddetta variante inglese del Covid-19, si fa strada anche tra i cittadini un’ala rigorista che vorrebbe misure più drastiche: «Ben venga l’ordinanza del primo cittadino se serve a contenere l’ondata del virus, ma temo che non sia sufficiente – incalza Antonio Ventre, presidente dell’associazione I Mercanti del centro storico – Dopo le scene a cui abbiamo assistito in questi giorni, almeno per quanto riguarda piazza Sant’Agostino e vicoletti limitrofi, credo che si dovrebbe vietare la vendita di alcolici ai supermercati dopo una certa ora. E’ lì che vanno a rifornirsi».

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