Movida, sferzata De Luca: «A Salerno un turismo d’élite, basta con la cafoneria»

La “lezione” ai ragazzi del liceo Tasso: «Non emulate chi abusa di alcol e droghe». Poi attacca la musica troppo alta e il tavolino selvaggio

La movida a Salerno
La movida a Salerno
di ​Gianluca Sollazzo
Martedì 10 Ottobre 2023, 06:49 - Ultimo agg. 11 Ottobre, 07:27
4 Minuti di Lettura

«Salerno è diventata una città turistica ma dobbiamo migliorare, perché questo comporta una inevitabile crescita sul piano della cultura dell’accoglienza, dei trasporti e della pulizia. Noto invece che da qualche tempo a Salerno si è diffusa la cultura della cafoneria». È l’affondo del governatore Vincenzo De Luca, nella sua visita allo storico liceo classico Tasso, diretto dalla preside Ida Lenza. Un ritorno nella scuola che l’ha diplomato, dove il governatore ha incontrato gli studenti tenendo una lezione di educazione civica sui temi più vicini al mondo della scuola. Dito puntato però anche su chi non rispetta l’ordine e il decoro di Salerno, in particolare contro quella movida sregolata che «invece di attirare turisti li allontana».

«Domenica ero a Brescia nel centro storico dove ci sono decine di bar e ristoranti all’aperto – dice De Luca - non si sentivano ammuina e altoparlanti, insomma un ambiente civile e gradevole, si riusciva persino a parlare sentendosi». Poi l’anatema contro la movida «cafona». «A Salerno abbiamo invece musica a tutto volume nei locali, questo non attira turisti ma li allontana – dice nel suo colloquio aperto con gli studenti - In nessuna città d’Italia c’è il casino che abbiamo qui. Abbiamo bisogno di un turismo d’élite, civile, elegante, altrimenti avremo un turismo cafone. La città turistica è cresciuta ma deve crescere la cultura e il comportamento civile. Salerno deve essere città elegante senza cafoneria. Ci sono tavolini e sedie nel centro storico che costringono le donne col passeggino a scendere dal marciapiede mettendo a rischio la vita». Sul tavolino selvaggio e la musica spaccatimpani nella movida il Comune ha da mesi ingaggiato un’offensiva che ha prodotto già 37 verbalizzazioni di locali. Dal rilancio della lotta «cafoni zero» al ritorno al Tasso nelle vesti di docente di educazione civica il passo è breve. De Luca si confronta a 360 gradi con i circa mille ragazzi che hanno affollato ieri il cortile interno del Tasso. E il primo tema non poteva che essere il rispetto per l’istituzione scolastica e per i docenti. «Si apprendono episodi di studenti che sparano pallini addosso ai professori – dice De Luca - Fossi stato io il prof li avrei cacciati senza perdere tempo. Quando entrerete nella vita vi renderete conto che i ragazzi dei Paesi avanzati questi comportamenti non li tollererebbero. Cominciamo a riacquistare rispetto per la funzione educativa. Io sono per il rigore. Oggi occorre ripristinare un principio di autorità e responsabilità. Nella democrazia libertà e responsabilità devono camminare insieme. La libertà assoluta non esiste. Oggi avete docenti più flessibili – racconta il governatore - Io avevo un docente di latino e greco, Alberto Coppola, che ci faceva addirittura paura. Però ci obbligava a studiare. Io ricordo ancora tutti i classici greci.

Non avrete nessuna arma per difendervi nella vita futura se non lo studio, la cultura».

Dal rispetto per la scuola al rilancio della lotta per l’abolizione del numero chiuso a medicina e in altre facoltà. «La selezione si fa sul merito – attacca De Luca - In Bulgaria e in Francia si fa selezione dopo il primo anno di medicina. Questa è selezione che accetto. Non quando ci troviamo con quiz che chiedono di sapere quando è stata inaugurata la Transiberiana o sul metodo di coltivazione del pomodoro degli Incas: c’è un giro di affari attorno a questi quiz, questa si chiama camorra organizzata, non è una selezione sul merito, ma una selezione sociale». Il giudizio sull’uso distorto dei social è severo. «La violenza sui social è uguale alla violenza dei camorristi – dice il governatore, che punta l’attenzione sul bullismo e i fatti di Caivano - Chi è protagonista di violenza su una donna deve vergognarsi di sé stesso. Ai ragazzi dico: cercate di sovrapporre all’immagine di una ragazza il volto di vostra madre o vostra sorella. Come si fa ad immaginare una violenza di gruppo contro una ragazza? Bestie, sono delle bestie, devono vergognarsi a vita».

Video

Poi l’appello alla coscienza civica e ad evitare abuso di alcol e droghe. «All’ospedale Ruggi ogni sabato sera arrivano ragazze di 13 anni in coma etilico - il monito - Ragazzi evitate la logica del branco, non emulate chi si droga o si ubriaca». «Il presidente - chiude la preside Lenza - Ci ha dato dimostrazione che l’educazione civica e la politica, intesa come gestione della cosa comune, sono parte integrante della nostra vita. La scuola ha una grossa responsabilità, il problema non è la mancanza di norme ma è quando la sinergia tra scuola e famiglia è solo dichiarata ma non attiva».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA