«Nozze gay: Villa d'Ayala chiusa»,
ma il sindaco: è un grosso equivoco

«Nozze gay: Villa d'Ayala chiusa», ma il sindaco: è un grosso equivoco
di Petronilla Carillo
Venerdì 3 Giugno 2022, 07:00 - Ultimo agg. 4 Giugno, 08:26
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Quando c’è l’amore, c’è tutto. E nulla può turbare il magico momento dell’unione. Perché l’amore non ha colore e neanche genere. Nulla ha turbato ieri, il momento della celebrazione del rito matrimoniale per Ciro Colli ed Andrea Cuozzo, neanche le polemiche e le discriminazioni di 48 ore prima. Già, perché Ciro ed Andrea, coppia ormai rodata da tre anni, hanno dovuto cambiare tutti i loro piani in quanto la loro unione civile non è stata «gradita», e non si capisce a chi. Fatto è che villa d’Ayala a Valva, dove avevano organizzato una parte dell’evento, ha chiuso loro i cancelli. La struttura, di proprietà dei cavalieri dell’Ordine di Malta è gestita dal Comune che ha autorizzato al suo interno la celebrazione dell’unione civile della coppia. Coppia che ha pagato anche un bollettino, di 250 euro, per il fitto del salone e del giardino dove si sarebbero dovuti tenere la celebrazione civile e l’aperitivo. Poi, 48 ore prima, Ciro ed Andrea sono stati convocati dal sindaco Giuseppe Vuocolo e dal suo vice Luca Forlenza, che hanno dovuto disdire la prenotazione della villa e chiedere alla coppia di trovare un’altra location. «Ci hanno detto - sbotta Cioffi - che l’Ordine di Malta ha vietato la celebrazione perché non siamo una coppia eterologa... Una discriminazione umiliante per me e il mio compagno che abbiamo deciso di presentare una denuncia sia per la denigrazione subita e sia per il rimborso delle spese sostenute». Non ci sarebbero però note scritte della decisione dell’Ordine ma solo comunicazioni verbali: quella del custode al Comune e dell’amministrazione comunale alla coppia di sposi. Ed uno statuto per la gestione della struttura che non fa alcune discriminazione. Anzi.

Ciro ed Andrea avevano già pagato il catering per l’aperitivo: 1.500 euro ora andati persi perché senza location non hanno saputo dove ospitare i propri invitati.

Per fortuna il pranzo era stato organizzato in un ristorante delle zona e, almeno lì, nessuno ha fatto polemiche. «Sindaco e vicesindaco - prosegue Ciro, napoletano trasferito a Valva proprio per amore del suo Andrea - ci hanno proposto una cantina sociale dove celebrare la nostra unione ma noi abbiamo rifiutato e abbiamo chiesto la piazza del paese». Il matrimonio, dunque, si è celebrato in piazza, il 2 giugno, a corredo delle manifestazioni per la celebrazione della festa della Repubblica. Ma hanno dovuto rinunciare all’aperitivo, almeno così come organizzato. «Con nostro sommo imbarazzo - commenta ancora Ciro - soprattutto perché abbiamo dovuto raccontare il tutto ai nostri ospiti, i miei parenti, per giunta, arrivano da Napoli». Ma i cancelli sbarrati per la coppia omosessuale, a quanto raccontano gli stessi protagonisti, sarebbe soltanto il tassello finale di una serie di «bocconi amari» che hanno dovuto ingoiare nelle ore precedenti il loro matrimonio. Quando il catering è andato nella struttura per gli allestimenti, è stato chiesto di spostare la location in un’altra parte del giardino perché «sconveniente festeggiare una coppia omosessuale accanto alla statua della Madonna». 

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Sarà presentato in questi giorni dagli avvocati Sara Rotundo ed Angelica Perfetto un esposto anche perché, racconta sempre Ciro «siamo andati a vedere lo statuto che regolamenta l’uso della villa ed è specificato che è consentito l’uso ai matrimoni eterosessuali e non». Insomma, cancelli sbarrati al matrimonio tra due uomini ma senza un vero perché. Nelle due settimane precedenti altre due coppie avevano celebrato il proprio rito civile nella struttura. Ma loro erano eterosessuali.  

Il primo cittadino di Valva, Giuseppe Vuocolo, parla di un «grosso equivoco» e aggiunge che «Ciro ed Andrea hanno avuto una bellissima celebrazione e sono rimasti molto contenti, tutta la piazza era in festa per loro». Quindi aggiunge: «Non facciamo inutili polemiche». Insomma, taglia corto. Ma Ciro ed Andrea non hanno niente da ridire sui propri concittadini chiedono soltanto rispetto. 

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