Giffoni Valle Piana, panettiere ucciso da moglie e i figli: il minorenne condannato a 16 anni

Si è chiuso in primo grado il processo per l’omicidio Palmieri. Per l’allora 16enne la Procura chiedeva una condanna a 22 anni

La casa dell'orrore
La casa dell'orrore
di Angela Trocini
Martedì 3 Ottobre 2023, 07:00
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È stato condannato in abbreviato a 16 anni di reclusione il minore accusato di aver ucciso e mutilato il padre panettiere, a luglio dello scorso anno a Giffoni Valle Piana. La sentenza è stata emessa dal giudice Giuseppina Alfinito del Tribunale per i minorenni di Salerno che ha riconosciuto al giovane imputato (difeso dall’avvocato Agostino Allegro) le attenuanti per la minore età equivalenti alle aggravanti contestate oltre la diminuente per il rito (il procuratore Imperato aveva chiesto una condanna a 22 anni senza il riconoscimento delle attenuanti). 

Le accuse per l’imputato, presente alla lettura del dispositivo (così come è stato presente Rocco Pinto per le parti offese che, nel giudizio contro un minore, non possono costituirsi parte civile) vanno dall’omicidio, all’occultamento e vilipendio di cadavere. Chiuso il procedimento di primo grado nei confronti dell’imputato minore, è attualmente in corso il processo ordinario (davanti ai giudici della Corte di assise di Salerno) a carico del fratello maggiorenne e della mamma del minore, accusati anche loro dell’efferato delitto e dell’occultamento del cadavere in modo da simulare la scomparsa o l’eventuale sequestro di persona della vittima. Il cadavere del panettiere, infatti, fu ritrovato mutilato ed avvolto in buste di plastica gettate nella folta vegetazione di un’area boschiva: dopo averlo ucciso con decine di coltellate inferte in vari punti, nel tentativo di distruggere il corpo e disperderlo tra i boschi, le gambe vennero colpite ripetutamente con un macete tanto che l’arto destro si staccò dal resto del corpo. Secondo le accuse, madre e figli (in concorso tra loro) e alla presenza di un altro figlio di soli 11 anni, che assistette inerme alla scena, uccisero l’uomo con coltellate al torace, alla testa e al dorso al culmine di una lite che era iniziata tra i due coniugi. 

Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine a originare l’omicidio fu una lite scoppiata tra i coniugi. Durante l’azione, è stato ipotizzato, furono utilizzati tre coltelli. L’intera sequenza, in tutta la terribile violenza, fu immortalata dal sistema di video-sorveglianza a circuito chiuso presente in casa.

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Poi, per nascondere il delitto, i due figli mutilarono e distrussero il cadavere e - su istigazione della mamma - simularono la scomparsa o un eventuale sequestro di persona, tanto che fu creato un numero WhatsApp da cui venne inviato sull’utenza della vittima un messaggio minatorio in modo da rendere credibile la denuncia di scomparsa presentata la sera del 30 luglio 2022, il giorno dopo l’uccisione.
 

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