Salerno, visita del patriarca Bartolomeo I: «In Ucraina conflitto diabolico»

Il patriarca di Costantinopoli in visita a Salerno parla dell'invasione russa in Ucraina; conflitto diabolico tra popoli fratelli

Il vescovo di Salerno Andrea Bellandi e il patriarca di Costantinopoli Bartolome I
Il vescovo di Salerno Andrea Bellandi e il patriarca di Costantinopoli Bartolome I
Domenica 7 Maggio 2023, 16:51
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«Il nostro Patriarcato ecumenico ha cercato e cerca di trovare ponti di dialogo, ma nulla ha potuto davanti a ideologie che nulla hanno di cristiano, se non il nome». Lo ha detto, parlando della guerra in Ucraina, il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, a Salerno in occasione della traslazione in città delle spoglie del patrono San Matteo apostolo, avvenuta secondo la tradizione il 6 maggio 954. Bartolomeo I ieri ha celebrato la Santa Messa con l'arcivrescovo Andrea Bellandi che gli ha anche regalato una reliquia del santo patrono. Quindi ha parlato di un «diabolico conflitto, seguìto alla invasione della Ucraina da parte della Russia, che ha sconvolto non solo l'Europa ma tutto il mondo. Non era neppure immaginabile un conflitto di queste proporzioni nell'Europa del Ventunesimo secolo. Ancora più triste - ha sottolineato - perché sono coinvolti due popoli fratelli, accomunati nella maggioranza dei casi, anche dalla stessa fede ortodossa. E questo ci addolora in modo particolare, perché il Cristiano non può mai pensare alla guerra come mezzo per risolvere questioni che potevano essere risolte con la diplomazia, con la buona volontà, con l'impegno di tutti, con la giustizia». Il patriarca ha quindi affermato che «la distruzione di un intero paese, della sua economia, delle sue opere artistiche, dei simboli religiosi e culturali, del suo eco-sistema e principalmente la perdita di tante vite umane da entrambi i fronti, devono interrogarci continuamente su quale via si stia incamminando la società mondiale. Una società che non pone la dignità ed il valore della persona umana al primo posto - ha concluso - è destinata a perdersi. Non possiamo arrenderci».

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