Fusandola, in aula la battaglia finale:
prescrizione più vicina per i 13 imputati

Fusandola, in aula la battaglia finale: prescrizione più vicina per i 13 imputati
di Petronilla Carillo
Domenica 16 Ottobre 2022, 11:30 - Ultimo agg. 17 Ottobre, 08:05
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Processo Fusandola, i legali dei tredici imputati si preparano a sferrare l'attacco finale e a chiedere la verifica dei termini della prescrizione dei reati per i propri assistiti. Una corsa contro il tempo per giungere ben «preparati» all'udienza calendarizzata per la prossima settimana. E tutto questo avviene dopo il dispositivo dei giudici della Corte d'Appello riguardo la posizione di Benedetto Troisi, il tecnico condannato in primo grado ad un anno ed otto mesi (pena sospesa) e poi assolto (in secondo grado) per prescrizione. Ancora non ci sono le motivazioni ma, stando ad un calcolo fatto dal collegio giudicante, alcuni titoli di reato sarebbero stati prescritti ancora prima delle richiesta di rinvio a giudizio presentato dalla procura. Il processo ai tecnici che hanno firmato e lavorato sulla variante che ha «spostato» il corso del torrente Fusandola per consentire la realizzazione della mezzaluna Bofill diventa dunque una operazione matematica. Alcune difese avrebbero richiesto al legale di Troisi, l'avvocato Guglielmo Scarlato, la propria memoria difensiva per preparare le loro osservazioni. E così anche questo procedimento giudiziario, un po' come quello del Crescent, rischia di concludersi senza una reale assoluzione. Del resto anche i giudici della Corte di Cassazione, nelle loro motivazioni, quelle con le quali hanno respinto le richieste della procura generale relativamente alla condanna degli imputati, hanno ritenuto i reati prescritti sottolineando però che le responsabilità dovevano essere riviste in un nuovo procedimento in Appello che, però, non può esserci proprio perché i tempi di estinzione dei reati sono trascorsi. E questo non ha consentito alla procura di ottenere la possibilità di procedere con la confisca.

Complice le difficoltà legate al Covid, le mancate notifiche, le ulteriori indagini che hanno portato a processo anche l'amministratore della Esa Costruzioni i ritardi anche in questo dibattimento sono stati tanti. È di marzo scorso l'ultimo rinvio del dibattimento proprio per omesse notifiche agli imputati mentre ora i giudici hanno dovuto fare i conti anche con la pausa estiva delle attività giudiziarie. Gli imputati, ricordiamo, sono tutti accusati a vario titolo di invasione di terreno e deturpamento; deviazione di acque e deturpamento; concorso in colpa; distruzione delle bellezze naturali e soprattutto l'aver realizzazione un'opera in difformità al progetto originario. A giudizio, ricordiamo, la dirigente del servizio Trasformazioni edilizie del Comune di Salerno, Marilena Cantisani (alla compagna del governatore De Luca viene contestata un'ipotesi di falso in atto pubblico nell'ambito dell'iter amministrativo); Paolo Baia, componente della commissione validatrice del progetto e direttore dei lavori insieme agli altri componenti della commissione validatrice Marta Santoro, Ciro Di Lascio, Massimo Natale, Luigi Pinto; Luca Caselli, rup dell'intervento di riqualificazione di Santa Teresa; Lorenzo Criscuolo, ex funzionario comunale e direttore del settore opere pubbliche; Antonio Ragusa, rup dal 2010 al 2013; Varia Marasco direttore dei lavori; Antonio Ilario, legale rappresentante della Esa Costruzioni; Salvatore De Vita, amministratore unico del consorzio Tekton. A questi, alla fine dello scorso anno, si unì - a seguito di ulteriori indagini della procura di Salerno accolte dal gup - anche Gilberto Belcore, amministratore della Esa Costruzioni. 

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