Arriva un piccolo rinforzo al pronto soccorso dell'ospedale Ruggi. Andranno infatti a lavorare nell'azienda ospedaliera salernitana, i soli due medici che hanno risposto alla chiamata della Regione per riempire i vuoti che si riscontrano tra i camici bianchi nelle prime linee degli ospedali. Una piccola goccia nell'oceano visto che le carenze in organico restano importanti non solo per i numeri ridotti all'osso ormai da tanto tempo ma anche perché nessuno vuole andare a lavorare al pronto soccorso. Lo dimostra quello che è accaduto nei giorni scorsi quando la Regione dopo aver scorso tutte le graduatorie delle aziende sanitarie campane per recuperare personale e aver convocato 221 medici idonei, ha visto presentarsi appena quindici camici bianchi e di questi alla fine hanno accettato il lavoro soltanto in due, optando appunto per il Ruggi. Il problema resta quindi in piedi ed è enorme non solo per l'utenza ma anche per i medici che resistono nella trincea di un pronto soccorso dove devono sobbarcarsi una mole di lavoro extra a causa delle assenze ormai croniche e nello stesso tempo fronteggiare un numero di malati sempre in crescita.
Dopo aver avuto la certezza che tra i medici inseriti nelle graduatorie attuali nessuno vuole andare al pronto soccorso, la Regione ha deciso di voltare pagina e dare un'accelerazione: farà partire un concorso unico regionale per i medici di emergenza con una sola Asl capofila. Ma perché tanta difficoltà a trovare medici disponibili? «È innanzitutto un fatto culturale, non abbiamo saputo far apprezzare il ruolo dei medici d'emergenza facendo passare, ad esempio, il concetto che il medico del 118 è semplicemente un trasportatore - commenta Giovanni D'Angelo, presidente dell'Ordine dei medici - Bisognerebbe, quindi, innanzitutto restituire dignità ad una figura che ha una funzione fondamentale ed un compito gravosissimo, cioè quello di inquadrare il paziente e fare la prima diagnosi.
Anche i pronto soccorso degli ospedali afferenti alla Asl sono in affanno per il personale ridotto all'osso. «Per la sola sopravvivenza si avrebbe bisogno di 35-40 medici - spiega Fernando Chiumiento, direttore del dipartimento di emergenza della Asl - I più sguarniti sono gli ospedali di Nocera, Eboli, Vallo e Sarno. L'unico che sta meglio è il presidio di Sapri dove sono arrivati sei medici da Lagonegro. È da poco scaduto un bando per l'attivazione del pronto soccorso di Scafati, ed anche in questo caso abbiamo riscontrato numeri risicatissimi: su sei posti abbiamo ricevuto solo una decina di domande, vedremo alla fine quanti andranno avanti fino alla fine della selezione. Se i medici non ci sono il pronto soccorso ovviamente non potrà partire».
Come superare allora l'empasse attuale e potenziare da subito i pronto soccorso? Il Governo propone uno scudo penale per i medici in prima linea, che limita la punibilità ai soli casi di colpa grave come accaduto durante la pandemia. Lo scudo penale è stato inserito nel Decreto Milleproroghe ancora in discussione alle Camere. «Non credo che sia uno strumento utile ad incentivare i medici - prosegue Chiumiento - Il novanta per cento delle cause penali che riguardano medici finisce in un nulla di fatto, maggiori sono invece i contenziosi civili. Chi lavora nell'area dell'emergenza fa un lavoro molto stressante e per di più non ha altri sbocchi professionali, non può lavorare nel privato ad esempio. Bisognerebbe allora rendere questo lavoro più appetibile almeno con incentivi economici».