Battipaglia, metadone al neonato in crisi d’astinenza: genitori assolti

Il piccolo, 50 giorni, “assumeva” sostanze fin dalla gravidanza, arrivò in pronto soccorso, dove fu salvato, in preda a una crisi

L'ospedale di Battipaglia
L'ospedale di Battipaglia
di Viviana De Vita
Mercoledì 10 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 08:21
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Il fatto non sussiste. Sono stati assolti, in primo grado, i genitori del piccolo di appena 50 giorni finito, nel luglio 2019, al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria della Speranza in condizioni disperate perché la sua mamma, tossicodipendente, gli aveva somministrato metadone sin dalla nascita per far fronte alle crisi di astinenza del neonato che, già in grembo, era stato “drogato”.

Per il giudice che ha accolto la tesi difensiva rappresentata dagli avvocati Giovanni Fava ed Angela Inghilleri, legali dei genitori del piccolo - un 35enne marocchino e una 37enne georgiana da anni residenti a Battipaglia - non sussiste l’ipotesi di reato di spaccio contestata dalla Procura poiché manca la consapevolezza da parte del neonato a cui le sostanze oppiacee sono state somministrate. L’avvocato Fava, inoltre, legale della madre del piccolo, ha evidenziato l’intenzione della donna di disintossicare in maniera graduale il bambino attraverso un attento dosaggio di metadone. I problemi infatti subentrarono solo quando, esaurito il medicinale, il piccolo - rappresentato dall’avvocato Luca Monaco - andò in crisi d’astinenza poiché la madre non riuscì a procurarsi altro metadone. Il tribunale ha comunque disposto la trasmissione degli atti alla Procura per verificare l’ipotesi di reato di lesioni aggravate.

I fatti risalgono al periodo compreso tra giugno e luglio 2019 ma vennero a galla solo la notte del 28 luglio quando i genitori del piccolo, resisi conto che il bambino era in preda ad una crisi più forte del solito, capirono che da soli non avrebbero potuto salvargli la vita. Così portarono il neonato al pronto soccorso dove, proprio la madre, spiegò ai medici di aver somministrato al figlio metadone per calmare le sue crisi di astinenza. Il neonato fu salvato in extremis e, immediatamente, la Procura aprì un fascicolo, uno presso il tribunale ordinario, l’altro presso il tribunale per i minorenni, per far luce sulla vicenda. Le indagini permisero subito di accertare che la madre del bambino, affetta da gravi problemi di tossicodipendenza, aveva partorito circa due mesi prima in casa anche perché era priva del permesso di soggiorno. Il neonato già in grembo aveva assunto le sostanze stupefacenti di cui faceva uso la madre, che proprio con il metadone stava cercando di disintossicarsi, e per questo motivo il piccolo andava incontro a continue crisi di astinenza che la donna tentava di placare con il metadone.

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Quella notte del 28 luglio, però, le condizioni del neonato precipitarono. La corsa in ospedale e l’immediato ricovero salvò la vita al bambino che non fece più ritorno nella sua abitazione a Battipaglia.

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